L’incantevole Villa Pignatelli
Entrare in Villa Pignatelli è come tornare nell’Ottocento. Arredi d’epoca, mobili in stile neoclassico e liberty, suppellettili in argento e bronzo dorato, porcellane napoletane, tutto lascia a bocca aperta. Il visitatore si muove tra stanze sfarzose con parati, pavimentazione, mobili e lampadari d’epoca, oggetti ancora nella loro collocazione originaria. La Riviera di Chiaia raccoglie questo gioiello di gusto eclettico e la sua importante collezione di 2000 testi e 4000 microsolchi di musica classica.
La villa fu progettata dal giovane architetto napoletano Pietro Valente nel 1826, commissionato dal baronetto Ferdinand Richard Acton, gli interni dell’appartamento ed i giardini invece sono dell’architetto toscano Guglielmo Bechi che inserì riproduzioni di sculture ellenistiche. Alla morte di Acton nel 1841, la villa fu venduta al banchiere Carl Mayer von Rothschild e da questi passò al principe Diego Aragona Pignatelli Cortes nel 1867. In questi anni la struttura ha una evoluzione liberty come lo chalet svizzero, la torretta neogotica e la copertura del portico. Nel 1952, la principessa Rosina Pignatelli, con il desiderio di perpetuare il ricordo della sua famiglia e del marito, lasciò la villa allo Stato, purché nessun oggetto ne fosse portato via.
La facciata neoclassica con l’ampio colonnato ammirabile dalla Riviera di Chiaia non è in realtà l’ingresso alla villa che sorge invece sul lato posteriore. Al piano terra i magnifici ambienti del salotto rosso, della sala da pranzo, della sala da ballo e dello studio mostrano lo sfarzo tipicamente “belle époque” e fotografie dei reali d’Italia e Spagna testimoniano la notorietà della famiglia Pignatelli. Nelle stanze sono disposte le collezioni di maioliche, bronzi, argenti, porcellane, dipinti e sculture lasciate dall’aristocratica famiglia napoletana.
Nel vasto salone della sala da ballo, segnato dalle specchiere ed i grandi lampadari di manifattura francese, è ospitato un interessante busto bronzeo di Hernán Cortés, il conquistatore del Messico, illustre avo dei Pignatelli, con lo stemma della famiglia. L’opera è dell’artista messicano Manuel Tolsà e proviene dalla stele funeraria del monumento a Cortés eretto in Città del Messico.
Tramite lo scalone nobile si accede al piano superiore che, nel corso di lavori condotti dopo la donazione della villa allo Stato, ha perso del tutto il preesistente arredo e il rivestimento in stoffa delle pareti. Possiamo però ammirare il bagno del principe, con la grande vasca in marmo, e lo studiolo della principessa Rosina Pignatelli, dama di palazzo della regina Margherita di Savoia, dove la nobildonna soleva ascoltare con pochi amici dei dischi di musica classica.
Bellissimo poi il giardino all’inglese, esteso per tremila metri quadri, al cui interno sorge un padiglione, ieri destinato alle scuderie, ed oggi ospitante il Museo delle Carrozze. Questo museo è nato grazie al dono della collezione del marchese Mario d’Alessandro di Civitanova, cui poi si sono aggiunte altre elargizioni, e presenta una esposizione di trentaquattro esemplari di carrozze e calessi di produzione francese, inglese e italiana raggruppati per tipologie, ma anche centinaia di staffe, frustini, finimenti, morsi, bordature.
Articolo e foto: Angelo D’Ambra