Timarchide, l’astuto liberto di Verre

Quando il, pretore della provincia di Sicilia finì accusato di concussione, Cicerone dette sfoggio a tutta la sua bravura oratoria. Malversazioni e furti compiuti da Verre tra il 73 ed il 71 a. C. furono portati alla luce con l’intera e fitta rete di suoi complici. In realtà la cosa non avrebbe suscitato tanto scalpore se i siciliani non avessero affidato il loro patrocino proprio all’uomo che avevano saputo apprezzare, per integrità, da questore nel 75 a.C.. Questi adeso, entrato in Senato come homo novus, colse l’occasione per presentarsi come avvocato capace ma soprattutto come difensore delle istituzioni della repubblica. Le Verrine non furono solo un atto d’accusa contro un magistrato disonesto, furono soprattutto una vibrante denuncia della corruzione dello stato oligarchico sorto in forza delle armi di Silla. In questo interessante passo Cicerone si sofferma sul più fedele dei collaboratori di Verre, un liberto astutissimo di nome Timarchide. Nelle sue mani finivano le somme estorte alla provincia e agli stessi romani. Compagno inseparabile del governatore ed esecutore delle sue violenze. Il liberto fu dipinto da Cicerone come uomo d’ingegno e arguzia, pronto ad arraffare e ad escogitare, a tal fine, sempre nuovi generi di affari, ruberie e ricatti.

***

Perché però non vi chiediate pieni di meraviglia com’abbia fatto questo liberto ad avere tanta influenza su Verre, vi dirò in breve che razza duomo sia, così che potrete così rendervi conto sia della malvagità di costui che se l’è tenuto accanto specialmente se consideriamo in quale stima e in quale grado lo teneva, sia della penosa situazione della provincia. Nel caso di corruzione di donne e in ogni altro caso di sporca lascivia, io giungevo alla conclusione che questo Timarchide aveva delle attitudini naturali straordinariamente adatte a soddisfare le turpi voglie e l’incredibile immoralità di Verre; sapeva indagare, avvicinare, attaccare discorso, corrompere e fare qualunque altra manovra del genere con tutta l’astuzia, l’ardire e l’impudenza possibili; straordinaria oltre ogni dire la sua capacità di scoprire nuovi sistemi per rubare: ché Verre personalmente era solo un ingordo con la bocca sempre aperta minacciosamente sulla preda, ma di intelligenza e immaginazione era completamente privo, sicché, qualunque cosa facesse di sua iniziativa, lasciava l impressione di una rapina piuttosto che di un furto proprio come voi avete potuto constatare a Roma. Timarchide aveva invece un’arte e una furberia tutta particolare: con la massima cura soleva col suo fiuto indagare nell’intera provincia sui casi e i bisogni di ciascuno; soleva prendere informazioni sugli avversari e sui nemici di tutti , parlare con loro e sondare; esaminava a fondo i desideri, le intenzioni e le risorse finanziarie di entrambe le parti e, se era necessario, infondeva timore, se era vantaggioso, faceva balenare speranze; aveva nelle sue mani tutti i recusatori e i delatori ; le brighe che si proponeva di a danno di ciascuno, le metteva in esecuzione con tutta tranquillità; dei decreti, degli ordini e delle comunicazioni scritte Verre e faceva mercato con abilità e con astuzia sopraffine. Non si contentava però di essere al servizio delle brame del governatore, ma si ricordava bene pure di se stesso, e di solito non raccattava soltanto il denaro caduto talvolta di mano al suo principale, con cui mise insieme una somma ingentissima, ma raccoglieva pure i resti dei suoi piaceri e della sua immoralità. Sappiate dunque che in Sicilia non è già Atenione, che non s’impadronì di nessuna città, ma è lo schiavo fuggitivo Timarchide che ha regnato per tre anni su tutte le città, ed è in potere di Timarchide che sono stati i figli, le spose e i beni e tutti gli interessi dei più antichi e fedeli alleati del popolo romano.

 

 

historiaregni

Historia Regni è un portale telematico dedicato alla storia, anzitutto quella italiana. Nasce su iniziativa di Angelo D’Ambra, è senza scopo di lucro e si avvale di collaborazioni gratuite. Le foto presenti sono state, in parte, prese da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo al nostro indirizzo email info@historiaregni.it e si provvederà alla rimozione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *