Sistemi monetari preunitari: tanta polenta o un paio di banditi?
Con questo articolo, che scherzosamente intitoliamo “Tanta polenta o un paio di banditi?”, ci immergiamo in alcune valutazioni monetarie ispirate alla celebre opera di Alessandro Manzoni.
Giunti all’osteria del villaggio; seduti, con tutta libertà, in una perfetta solitudine, giacchè la miseria aveva divezzati tutti i frequentatori di quel luogo di delizie; fatto portare quel poco che si trovava; votato un boccale di vino; Renzo, con aria di mistero, disse a Tonio: – se tu vuoi farmi un piccolo servizio, io te ne voglio fare uno grande. “ Parla, parla; comandami pure”, rispose Tonio, mescendo. “Oggi mi butterei nel fuoco per te”. “Tu hai un debito di venticinque lire col signor curato, per fitto del suo campo, che lavoravi, l’anno passato”. “Ah, Renzo, Renzo! tu mi guasti il benefizio. Con che cosa mi vieni fuori? M’hai fatto andar via il buon umore”. “Se ti parlo del debito”, disse Renzo, “è perchè, se tu vuoi, io intendo di darti il mezzo di pagarlo”.
Questo dialogo tra Renzo e Tonio è contenuto all’interno del sesto capitolo dei Promessi Sposi. Non racconteremo l’arcinota storia, ci soffermeremo solamente nel rammentare che, a garanzia del fitto futuro, Tonio aveva consegnato a Don Abbondio la collana d’oro della moglie. L’oggetto, una volta riscattato, avrebbe potuto essere barattato con “tanta polenta”.
Si, ma quanta?
Un tentativo di stima può essere fatto sulla base dell’importo del canone di locazione, quindi quantità di cereale acquistabile con 25 Lire Milanesi. Purtroppo il prezzo di vendita del mais nel Milanese ci è ignoto, conosciamo invece il prezzo medio annuale per moggio relativo al 1629 per frumento, 35:3:– , e segale a 25:1:– . Tonio poteva quindi acquistare o 75,9 chili di frumento o 102 di segale, ipotizzando una resa del processo di macinazione/panificazione al 96%, da cui ricaviamo che quelle 25 Lire Milanesi corrispondono a circa 72,9 chili di pane bianco o 97,9 chili di nero. Tali quantità sono apparentemente importanti, ma concretamente piuttosto scarse se consideriamo che con Tonio vivevano la madre, un fratello, la moglie e tre o quattro ragazzetti.
Per trovare un prezzo relativo al mais è necessario uscire dal territorio del Ducato di Milano e spostarsi nella limitrofa Repubblica di Venezia. Nel 1630 il mais si vendeva a 16:16:– Lire Venete di Piccoli per ettolitro sul mercato di Udine.
Tra il 1611 ed il 1633 lo Zecchino era tariffato 7:13:– sul mercato milanese e 10:15 sul mercato veneziano. Le 25 Lire di Tonio equivalevano quindi a 35:03:– Lire Venete di Piccoli, somma che gli avrebbe consentito di acquistare 209 litri, o 138 chili, di granella corrispondenti, ipotizzando una resa di macinazione al 66%, a circa 92 chili di farina. Quantità sufficiente per circa 60 giorni.
Se ci spostiamo, invece, a Bassano, troviamo che nel 1630 il prezzo medio di vendita del frumento sul mercato era di 9:2:2 Lire Venete lo stajo. Con le sue 25 Lire Milanesi, 35:03 Lire Venete, Tonio avrebbe potuto acquistare 3,85 staja di cereale con cui avrebbe potuto produrre circa 78,5 chili di pane. Anche in questo caso una quantità decisamente scarsa.
C’è un ultimo dato meritevole di attenzione, sebbene temporalmente distante dall’epoca in cui sono ambientati i Promessi Sposi. Giovedì 16 luglio 1682 nelle Valli Sagrede, territorio compreso tra Lanzetta di Lozzo Atestino e Vò Vecchio, Francesco Gomiero da Boccon detto “Curtarolo”, bandito in perpetuo con alternativa capitale – ovvero esilio perpetuo dal proprio luogo di residenza ed impiccagione nel caso in cui fosse stato cattura lì -, era stato ucciso da Francesco Gomiero di Valle San Giorgio. Niente di personale, il Gomiero aveva agito su commissione, dietro compenso di 10 Lire Venete, interamente corrisposte in natura sotto forma di un sacco di mais. Non ci interessa provare a calcolare quanti Sacchi Padovani di granella avrebbe potuto acquistare Tonio perché i due episodi sono separati da oltre cinquant’anni, ma semplicemente dire che, forse, Renzo invece che consegnare le 25 Lire a Tonio era meglio se le spendeva assumendo un paio di banditi come Curtarolo affinché lo aiutassero a risolvere il problema che aveva con Don Rodrigo…
Nota Metrologica
La valuta nel Ducato di Milano era la Lira Milanese, divisa in 20 Soldi da 12 Denari, nella Repubblica di Venezia invece era la Lira Veneta di Piccoli, stessi sottomultipli della Milanese.
Lo Zecchino era una moneta d’oro puro Veneziana, pesante nel 1630 circa 3,5 g.
Ricercatissima, era accettata praticamente in tutta Europa, Medio Oriente e Nord Africa per tariffe fissate dalle autorità locali.
A Milano gli aridi si misuravano a Moggi da 8 Staja, 146,2 litri moderni, a Bassano in Sacchi da 4 Staja, 111,6 litri moderni, nel Padovano in Moggi da 3 Sacchi, 347,8 litri moderni.
Il dato relativo ad Udine era già normalizzato ad ettolitri.
Per i pesi ettolitrici dei cereali ho utilizzato i valori del Piva, quindi:
1 – Frumento, 76 kg/hl
2 – Segale, 70 kg/hl
3 – Mais, 66 kg/hl
Autore articolo: Enrico Pizzo, classe ’74, residente sui Colli Euganei. Appassionato di storia veneta e storia dei sistemi monetari preunitari.
Bibliografia: Aldo Pettenella, Storie Euganee; Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi; Daniele Lombardini, Pane e denaro a Bassano; Giovanni Conrad, Agricoltura – Parte III, in Biblioteca dell’economista Volume XII; Giuseppe Ferrario, Statistica Medica di Milano; Luigi Malavasi, La Metrologia Italiana; Vincenzo Padovan, Le Monete della Repubblica Veneta; Vittorio Piva, Manuale di Metrologia delle Tre Venezie e della Lombardia.