Sistemi monetari preunitari: note finanziarie sulla costruzione dei Murazzi

Prima della costruzione dei Murazzi i lidi erano sottoposti, soprattutto nei mesi invernali, ad una notevole erosione ed i cedimenti venivano riparati tramite le “palade”, palafitte di legno sopra le quali veniva sistemata una massicciata.

Per le pietre della massicciata veniva utilizzata la trachite euganea, in particolare quella estratta dalle cave di Lispida, Monselice.

Nel XV secolo i capitolati della Repubblica stabilivano che la pietra doveva essere fornita in pezzi dal peso di 30 Libbre ed acquistata al prezzo di 17 Soldi per miaro.

Il costo di acquisto può sembrare apparentemente modesto ma bisogna ricordare che il lavoro di riparazione era intenso, solo nel 1482 i diciannove burchieri alle dipendenze dei Padri Benedettini del Monastero di Lispida, proprietari delle cave, effettuarono centosettantacinque viaggi alla volta dei litorali, trasportando complessivamente 14650 miara di massi.

Risulta quindi che, solo di materiale, il Veneto Serenissimo Erario spese complessivamente 2008:11 Ducati, a titolo di paragone un marangone particolarmente abile dell’Arsenale avrebbe dovuto lavorare circa quaranta anni per guadagnare la stessa cifra.

Il continuo lavoro di riparazione delle “palade” litoranee consumava, letteralmente, il patrimonio boschivo della Repubblica, tanto che con lettera del 10 settembre 1738 il Magistrato alle Acque denunciava al Serenissimo Principe le difficoltà sempre crescenti incontrate nell’approvvigionamento dei pali di Rovere indispensabili per la riparazione e dichiarava prossimo il giorno in cui non si sarebbero più potuti acquistare sul mercato i pali necessari.

Nella missiva informava anche che altri principi che si trovavano in situazioni simili avevano sostituito il sistema delle “palade” con moli di pietre marmoree cementati con pozzolana.

Il 29 dello stesso mese il Serenissimo Principe ringraziava per le informazioni ricevute ed ordinava che si facessero esperimenti al “Casson” di Malamocco.

La sperimentazione del nuovo metodo di difesa terminò ufficialmente il 18 giugno 1740, giorno in cui il Magistrato alle Acque comunicava al Serenissimo Principe il comportamento del molo in pietra.

La struttura aveva dimostrato di poter reggere egregiamente alle burrasche invernali, tanto che il Magistrato nell’agosto del ’39 aveva eseguito una seconda sperimentazione, di maggior respiro, alle Magre di Pellestrina.

Qui, tra agosto e settembre, era stato realizzato un molo di pietre legate con pozzolana della lunghezza di sedici Passi Veneziani che si era non solo dimostrato in grado di reggere alle tempeste più violente ma anche di accumulare di fronte a se sabbia e sassi, tanto da formare una sorta di scogliera.

La spesa per la costruzione del molo era stata di 168 Ducati Correnti per Passo Veneziano, identica a quanto si sarebbe speso per la riparazione con le “palade”.

Il Magistrato concludeva indicando nei moli in pozzolana lo strumento da usare nella difesa dei litorali aggiungendo che se anche il costo di costruzione dovesse risultare più alto la loro maggiore resistenza li avrebbe resi comunque più economici rispetto alle “palade” da cui non ci si poteva aspettare una resistenza superiore a pochi mesi.

I lavori di costruzione, iniziati ufficialmente il 17 aprile 1744, terminarono nel 1782 ed in questo periodo la Repubblica aveva costruito complessivamente 12750 metri di dighe.

Queste, colloquialmente chiamate “Murazzi“, erano di due tipi, Imperfette e Perfette. Il primo tipo era costituito da un argine di terra largo 13 metri ed alto 4, interamente coperto, sul lato che guardava il mare, da uno strato di grosse pietre d’Istria legate tra loro tramite la pozzolana che terminava con uno zoccolo costruito con le stesse modalità. Il secondo tipo era costituito da un muraglione di pietre d’Istria, legate tra loro tramite la pozzolana, largo alla base circa 13 ml ed alto 4, con pareti perpendicolari sul lato che guarda la laguna e inclinate dalla parte che guarda il mare.

Complessivamente la Repubblica fece costruire 7483 metri di Murazzi del primo tipo e 5267 del secondo.

Defendente Sacchi indicava, nel 1830, il costo di costruzione dei Murazzi in Lire Austriache 460 per metro lineare per gli “Imperfetti” e 2000 per i “Perfetti“. Ricordando che dal 01/01/1824 la valuta del Regno Lombardo-Veneto era costituita dalla Lira Austriaca, tariffata a 1,66 Lire Venete, e che nella Repubblica il Ducato d’argento tra il 1733 ed il 1797 era tariffato a Lire 8 ricavo che tra il 1740 ed il 1782 la Repubblica ha speso per la tutela dei Lidi, ammesso e non concesso che non abbia commesso errori con la calcolatrice, la somma di 22,537 milioni di Lire Venete.

A titolo di curiosità riporto che nel 2021 per avere lo stesso ordine di grandezza è necessario impiegare una somma di 2,2 miliardi di €.

 

Nota Metrologica

La valuta della Repubblica di Venezia era la Lira Veneta, nome completo Lira Veneta di Piccoli, divisa in 20 Soldi da 12 Piccoli o Bagatini, la contabilità invece si teneva in Ducati Correnti, moneta di Conto divisa in 24 Grossi.

Il tasso di cambio tra Lira Veneta, reale, e Ducato Corrente era fissato in 31:5, cioè 31 Lire corrispondevano a 5 Ducati Correnti.

Il “Miaro” era un unità di misura del peso pari a 1000 Libbre Grosse, quindi circa 477 kg, il “Passo Veneziano” invece era un unità di misura della lunghezza pari a 5 ” Passi “, quindi circa 1,74 metri.

 

 

 

 

Autore articolo: Enrico Pizzo, classe ’74, residente sui Colli Euganei. Appassionato di storia veneta e storia dei sistemi monetari preunitari.

Bibliografia: Amato Amati, Dizionario Corografico dell’Italia; Defendente Sacchi, Intorno alle dighe marmoree o murazzi; Roberto Valandro, Monselice e la Bassapadovana tra ‘400 e ‘500; Vittorio Piva, Manuale di Metrologia delle tre Venezia e della Lombardia

Enrico Pizzo

Enrico Pizzo, classe ’74, residente sui Colli Euganei. Appassionato di storia veneta e storia dei sistemi monetari preunitari.

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