Sistemi monetari preunitari: ambrosino e scudo d’oro
Nel Corpus Nummorum Italicorum, pag. 56 del Volume V, Zecca di Milano, è riportata la descrizione di una moneta in oro. L’assenza di riferimenti ad una qualsiasi autorità indica che il pezzo è stato battuto tra il 1250 ed il 1310, periodo della storia milanese definito “Prima Repubblica”, mentre peso e metallo lo qualificano come un “clone” del Fiorino di Firenze e del Genovino di Genova.
Similmente a quanto accaduto per il Genovino anche per questo Ambrosino manchiamo del decreto originale che ne ordinava la coniazione. Possiamo solo ipotizzare – ammettendo che il peso indicato dal Mulazzani, di 2 Denari, 21 Grani ed 8 Granotti milanesi, sia corretto -, che si stabiliva come da 50 Marchi milanesi d’oro puro si dovevano ricavare 3323 monete.
L’assenza della data sui pezzi coniati rende estremamente difficile stabilire in quale anno sia stato battuto per la prima volta il nummo: nel XVIII secolo Pietro Verri scriveva “intorno al 1260”, nel 1850 il conte Giovanni Mulazzani indicava il 1303, nel 2016 Chiara Marveggio parlava addirittura del 1315. Indipendentemente da ciò pare che questo Ambrosino d’oro non sia stato coniato in gran numero perché, sempre nel CNI, relativamente alla prima emissione, 1252, del Fiorino d’oro sono registrate 17 variazioni di conio, mentre dell’Ambrosino solo 2. Tale scarsità di varianti potrebbe essere spiegata ricordando che l’Ambrosino era un “clone” del Fiorino e del Genovino, quindi scambiabile con questi in rapporto 1:1, e che, forse, il governo repubblicano aveva si fissato uno “standard monetario”, ma lasciato alle zecche degli stati limitrofi il compito di produrre materialmente le monete necessarie.
Una prova, per quanto indiretta, di ciò potrebbe essere l’assenza di emissioni di moneta d’oro nel periodo compreso tra il 1310 ed 1339. La moneta d’oro ricompare, a spot, tra il 1339 ed il 1349, identica in peso e titolo all’Ambrosino repubblicano, ma con nome mutato in Fiorino, mentre solo dopo il 1354 la coniazione dei Fiorini presenta caratteristiche di regolarità.
Tra il 1447 ed il 1450, anni dell’effimera “Seconda Repubblica”, il Fiorino riacquista l’antico nome di Ambrosino. Fu una breve parentesi, ad inizio 1450 Francesco Sforza conquista Milano ed il nuovo duca, forse per sottolineare la discontinuità col passato, cambiò il nome da Ambrosino a Ducato d’oro, alla veneta.
La coniazione di Ducati proseguirà fino al 1515, anno in cui il re di Francia, e duca di Milano, Francesco I fece coniare “Scudi”, alla francese. In quell’anno, infatti, con la battaglia di Marignano, il Regno di Francia rientrava in possesso del Ducato di Milano.
Il secondo periodo francese fu di breve durata, terminò nel 1521, ma è comunque numismaticamente importante perché in quegli anni viene introdotta a Milano una versione locale dello Scudo d’oro del Sole, pezzo identico in peso, 1/70 di Marco Parigino, circa 3,5 g moderni, all’omologo francese. Verosimilmente lo era anche in fino, gli Scudi transalpini erano a 958/1000, ma purtroppo in letteratura non sono riuscito a trovare nessun dato certo al riguardo.
La prima informazione certa è relativa agli Scudi fatti coniare da Francesco II Sforza, fino di 11/12, valore che resterà inalterato fino alla Riforma Monetaria di Maria Teresa d’Austria del 1778.
Con il passaggio di Milano agli Asburgo di Spagna continua l’emissione di Scudi, sempre al fino di 11/12 ma con peso diminuito a 2/143 di Marco Castellano, circa 3,22 g moderni, peso leggermente inferiore a quello degli Escudos madrileni. Emissioni di Scudi ci furono anche dopo il passaggio della Lombardia agli Asburgo d’Austria, fino inalterato ma peso diminuito ad 1/73 di Marco Castellano, 3,15 g moderni.
Per circa 260 anni lo Scudo coi suoi multipli, Doppie e Quadruple curiosamente declinate al femminile, fu l’unica moneta d’oro milanese e si dovette attendere la Riforma di Maria Teresa del 1778 per veder ricomparire il Ducato, però col nome, sempre alla veneta, di Zecchino. Questo fece sì che i meneghini, esclusi gli esperti di numismatica, si convincessero che lo Scudo fosse da sempre l’unica moneta d’oro milanese.
Una prova di ciò la troviamo nel capolavoro di Alessandro Manzoni “I Promessi Sposi”. Nel Capitolo XXII, descrivendo la figura del Cardinale Federigo Borromeo, l’autore scrive: “Volle che si stimasse a quanto poteva ascendere il suo mantenimento e quello della sua servitù; e dettogli che seicento scudi (scudo si chiamava allora quella moneta d’oro che, rimanendo sempre dello stesso peso e titolo, fu poi detta zecchino), diede ordine che tanti se ne contasse ogni anno dalla sua cassa particolare a quella della mensa; non credendo che a lui ricchissimo fosse lecito vivere di quel patrimonio”. Si trattò comunque di una reintroduzione di breve durata perché solo vent’anni dopo, infatti, le armate napoleoniche portarono a Milano le loro novità rivoluzionarie, tra cui la “Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino” ed i Marenghi d’oro. Ma questa è un’altra storia…
Trascriviamo, in conclusione gli importi che abbiamo trovato.
Ambrosino d’oro, poi Fiorino poi Ducato poi Zecchino
Nell’elenco sono indicati anche degli anni in cui la zecca meneghina non ha coniato Ambrosini/Fiorini, non si tratta di un errore perché, come ho scritto sopra, a Milano erano accettati senza riserva Fiorini Fiorentini e Zecchini veneziani per cui era fissato un prezzo in Lire milanesi.
1261 – 1 Lira
1315 – 1 Lira e 10 Soldi ( solo moneta estera)
1350 – 1 Lira e 12 Soldi
1400 – 2 Lire ( solo moneta estera )
1412 – 2 Lire e 14 Soldi
1447 – 3 Lire e 4 Soldi
1450 – 3 Lire e 5 Soldi
1475 – 4 Lire e 2 Soldi
1500 – 4 Lire e 8 Soldi
1512 – 4 Lire e 13 Soldi
1548 – 6 Lire ( solo moneta estera )
1583 – 7 Lire ( solo moneta estera )
1605 – 7 Lire e 12 Soldi ( solo moneta estera )
1620 – 8 Lire ( solo moneta estera )
1650 – 10 Lire e 15 Soldi ( solo moneta estera )
1675 – 13 Lire ( solo moneta estera )
1700 – 14 Lire ( solo moneta estera )
1750 – 14 Lire e 10 Soldi ( solo moneta estera )
1778 – 15 Lire
1780 – 15 Lire e 4 Soldi
Multipli e sottomultipli in proporzione
Scudo d’oro
1522 – 5 Lire
1535 – 5 Lire e 12 Soldi
1540 – 5 Lire e 19 Soldi
1556 – 6 Lire e 5 Soldi
1598 – 6 Lire e 15 Soldi
1665 – 11 Lire e 5 Soldi
1702 – 11 Lire e 18 Soldi e 1/2
1740 – 12 Lire e 7 Soldi e 1/2
1778 – 12 Lire
1780 – 12 Lire e 11 Soldi e 1/2
Multipli e sottomultipli in proporzione
Nota metrologica
Unità di misura del peso delle monete milanesi era il Marco omonimo, 234,9973 g, suddiviso in 8 Once da 24 Denari, ognuno da 24 Grani di 24 Granotti. Per indicare il fino dei metalli preziosi si usava sempre il Marco Milanese, suddiviso però in 24 Carati da 24 Particole per l’oro ed in 12 Denari da 24 Grani per l’argento.
Autore articolo: Enrico Pizzo, classe ’74, residente sui Colli Euganei. Appassionato di storia veneta e storia dei sistemi monetari preunitari.
Bibliografia: Chiara Marveggio – L’Ambrosino di Milano; CNI – Volume V Lombardia (Milano); Francesco ed Ercole Gnecchi – Le monete di Milano; Giovanni Mulazzani – Dizionario delle monete Milanesi