Seonjo di Korea

Il regno di Seonjo vide un completo rinnovamento della macchina statale coreana e della società, tuttavia finì travolto da discordie interne e dai danni di due invasioni giapponesi.

Seonjo nacque nel 1552 a Hanseong, l’odierna Seul, terzo figlio del principe Deokheung Daewongun e, da parte materna, nipote di una concubina di re Myeongjong. Quando questi scomparve senza un erede, era lui il successore nella linea dinastica e fu così incoronato nel 1567, all’età di 16 anni.

Inizialmente furono la regina Insun ed il ministro Yi Hwang ad aiutare il giovane re a regolare gli affari di stato. Si preoccuparono della sua educazione e lo introdussero al confucianesimo. Ai principi di quella religione restò sempre fedele, affidanto a molti studiosi confuciani ruoli di alta responsabilità. Mostrò sincera preoccupazione per il benessere del suo popolo. Si rese conto che le malattie di quei giorni erano causate da cure sanitarie inadatte e che i libri di medicina esistenti erano troppo complessi e troppo estesi. Affidò allora al medico di corte, Heo Jun, la stesura di nuovi codici di medicina che sintetizzassero le proprietà e gli usi delle erbe medicinali e le tecniche di agopuntura. Il lavoro ultimato divenen celebre col nome di Donguibogam.

Si impegnò poi a riformare il governo, combattendo la corruzione dilagante. Uno dei suoi atti più importanti fu la riforma dell’esame del servizio civile, ampliato nelle materie di studio alla storia, alla scienza politica ed i classici della letteratura confuciana. Ciò generò una maggiore attenzione alla moralità confuciana che servì per estirpare disonestà e malcostumi e creare un ceto di funzionari adeguatamente preparato. Rinnovò quindi il suo entourage introducendo nuove figure nei ranghi delle sue magistrature, dandso spazio e fiducia persino agli studiosi che erano stati perseguitati dai suoi predecessori. Fu con essi che sostituì gran parte dei funzionari corrotti. Al contempo inaugurò una difficile politica di equilibrio tra conservatorismo ed innovazione, affidandosi a due uomini agli antipodi per convinzioni, il tradizionalista Sim Ui-gyeom ed il liberale Kim Hyo- won.  La corte si divise tra sostenitori dell’uno e dell’altro. I sostenitori di Sim vivevano sul lato ovest di Hanseong, quelli di Kim sul lato est. Divennero le fazioni degli Occidentali e degli Orientali che si contesero le redini della politica per i successivi duecento anni, contribuendo, con le loro rivalità, al crollo della dinastia. In un primo tempo Seonjo sembrò propendere per i conservatori, sostenuti soprattutto dagli aristocratici, poi si affidò ai liberali, a loro volta divisi in fazioni. Seonjo pretese di tenersi distante da tutti, ma quando le riforme toccarono l’esercito, capì quanto quella ricerca dell’equilibrio fosse deleteria.

Il conservatore Yi I lo esortò ad aumentare il numero degli effettivi per prepararsi a possibili invasioni giapponesi, le fazioni liberali invece vedevano al guerra lontana. Ciascun partito volle inviare dei propri delegati a Toyotomi Hideyoshi per capire le sue reali intenzioni. Al ritorno in Corea, però, i diversi rapporti diffusero pareri discordanti. Gli Occidentali riferirono che Hideyoshi andava radunando un gran numero di soldati, mentre gli Orientali allontanavano l’eventualità di una guerra sostenendo che quei soldati servivano per reprimere l’anarchia interna al Giappone. Alla fine Seonjo decise di non prepararsi alla guerra ed i giapponesi, realmente intenzionati ad espandere la loro influenza nell’Asia orientale a danno della Corea, ne approfittarono. Ne seguì la Guerra dei Sette Anni che portò grandi devastazioni nella penisola coreana.

L’anno dopo, Toyotomi Hideyoshi chiese di poter attraversare la penisola con le sue truppe per invadere la Cina, insospettito, Seonjo tornò ad affidarsi ai conservatori negando il passaggio ai giapponesi ed avvertendo Pechino che il Giappone si stava preparando per una guerra su larga scala. Libero dall’influenza degli Orientali, ordinò anche la costruzione di molti forti nelle regioni costiere e mandò i generali Shin Rip e Yi Il sulla costa meridionale per prepararsi alla guerra. Era però tardi, la mobilitazione giapponese, preparata da tanto tempo, era in uno stadio avanzato. Seonjo si ritrovò solo con un esercito sostanzialmente impreparato a  fronteggiare una invasione a nord ed una a sud. non potè che vedere le sue armate soccombere.

Il 13 aprile 1592, circa 700 navi giapponesi comandate da Konishi Yukinaga attaccarono le cose coreane, dando fuoco a Busan e Dongnae ed uccidendo i comandanti Jeong Bal e Song Sang-hyeon per poi sbarcare i propri contingenti e farli marciare a nord. Il giorno successivo, sbarcarono altre truppe sotto il comando di Kato Kiyomasa e Kuroda Nagamasa e marciano verso Hanyang, protette da una seconda enorme flotta giapponese, agli ordini di Todo Takatora e Kuki Yoshitaka. Erano 158.700 uomini, un’armata imponente e ben preparata. il 12 aprile 1592 Il generale Yi Il affrontò Kiyomasa a Sangju, venendo sconfitto. Unì allora i suoi uomini a quelli del generale Sin Rip ma le loro forze combinate vennero sconfitte anche nella Battaglia di Ch’ungju ancora da Kiyomasa. Disperato Seonjo affidò al generale Kim Myeong la difesa della capitale. Fu inutile, i nemici entrarono vittoriosi a Hanyang e la corse si trasferì a Pyongyang e poi ancora più a nord, nella città di confine di Uiju.

Sconfitti sempre sulla terra, i coreani però registrarono qualche successo in mare. L’ammiraglio Yi Sun-sin battè diverse volte la flotta giapponese, infliggendole gravi danni e tagliando le linee di rifornimento, nonostante le poche navi a sua disposizione. L’arrivo delle forze cinesi dei Ming, guidate da Li Rusong, segnò una battuta di arresto per i nipponici, che persero Pyongyang ed iniziarono a retrocedere. Konishi Yukinaga bloccò però l’avanzata cinese nella Battaglia di Byeokjegwan con una vittoria che rilanciò l’offensiva giapponese. Tuttavia il colpo decisivo giunse all’assedio di Haengju, quando il generale Kwon Yul, con forze numericamente inferiori, rifornite in extremis di nuove munizioni via mare, sconfisse i giapponesi. I negoziati di pace ridiedero Hanyang a Seonjo ma la città era ridotta in ceneri ed il re dovette temporaneamente risiedere nel palazzo Deoksugung. Alla fine sinanché le trattative andarono in fumo, allora i giapponesi invasero di nuovo la Corea.

Il regno sembrò ancora destinato al disastro. Todo Takatora sconfisse l’ammiraglio coreano Won Gyun nella Battaglia di Chilchonryang, poi però tornò in auge Yi Sun-sin, finito vittima dello scontro tra fazioni, e sconfisse la flotta giapponese nella Battaglia di Myeongnyang con solo 13 navi. I giapponesi si ritirarono definitivamente dalla Corea.

Il paese però era stato devastato dalla guerra, le terre erano incolte, il popolo era affamato e scontento e, soprattutto restavano le grandi divisioni tra conservatori e liberali. Frustrato e demoralizzato, Seonjo alla fine trasferì il potere al principe ereditario, suo figlio Gwanghaegun, morendo nel 1608 mentre la Corea era ancora in preda ad una dolorosamente lenta ripresa.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Fonte foto: dalla rete

 

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