Storia del Cristianesimo: il battesimo di Gesù

Epifania, Teofania e Festa delle luci, i cristiani hanno utilizzato questi tre termini per definire il battesimo di Gesù sul Giordano. I tre termini hanno connotazioni diverse…

Teofania pone l’accentò sulla manifestazione di Dio, uno e trino. Così gli orientali cantano: “Trinità, Dio nostro, oggi sei apparsa indivisibile. Il Padre, infatti, ha dato una chiara testimonianza del Figlio, lo Spirito in forma di colomba è disceso dal cielo, il Figlio ha chinato il suo capo intemerato davanti al Precursore ed essendo stato battezzato ha riscattato l’umanità dalla schiavitù quale amico degli uomini” (Inno, Grande Ora II, tono IV). Epifania invece ha più un connotato cristologico. San Giovanni Crisostomo disse “perchè chiamiamo Epifania non già il giorno della nascita, ma quello in cui ha ricevuto il battesimo? Perchè la sua manifestazione a tutti gli uomini non avvenne al momento della sua nascita, ma del suo battesimo, dato che fino ad allora molti non l’avevano conosciuto” (Omelia 37 sul Battesimo). Fu Gregorio Nazianzeno, poi, ad introdurre un terzo termine, quello di Festa delle Luci, preferendolo agli altri due perchè salutava Cristo luce del mondo che illumina chi è nelle tenebre (In sancta Lumina). Anche Origene nel Contro Celsum scrive che Cristo apre per sempre “le porte della Luce a coloro che, figli delle tenebre e della notte, aspirano a divenire figli del giorno e della luce”. Qualsiasi delle tre parole quindi pone l’accento non sul battesimo ma sulla conseguenza: l’inizio della vita pubblica di Gesù.

La tradizione bizantina dedica un posto di rilievo a Giovanni il Battista. Di fatti è il santo più venerato, salutato nella liturgia come predicatore ed anche angelo e apostolo. Le scritture ne fanno un testimone della venuta del Messia, colui che suscita le prime vocazioni (Gv 1, 35-7). Cristo stesso lo identificò con quell’Elia che doveva tornare (Mt 17, 10-13), secondo le parole del profeta Malachia (Mal 3, 22-24), e sottolineò la sua importanza dicendo: “Cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? Ma che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito di morbide vesti? Quelli che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re. A che scopo dunque siete andati? A vedere un profeta? Sì, vi dico, e più di un profeta. Egli è colui del quale è scritto: Ecco io mando innanzi il mio nunzio, perchè prepari la tua via dinanzi a te. In verità vi dico: fra quanti sono nati da donna non è mai sorto nessuno più grande di Giovanni il Battista” (Mt 11, 7-11).

Tra le due figure sono chiare le differenze. Il centro della predicazione del Battista è un giudizio imminente per il quale urla “convertitevi!” (Mt 3, 7). Viceversa il centro dell’annuncio di Gesù è: “Il regno di Dio è qui, venite voi che siete stanchi e affaticati”. Quindi, dove il Battista parla di ira e condanna, Gesù parla di salvezza e misericordia. Invece di un messaggio di punizione, quello di Gesù è un messaggio di speranza, un messaggio lieto, incentrato non sul giudizio ma sulla grazia. Anche Gesù certo domanda la conversione dei cuori ma in lui questa richiesta ha un significato diverso, offre la salvezza prima della penitenza, dove Giovanni battezza solo dopo che essi hanno riconosciuto i loro peccati (Mt 3, 6). Ne consegue che non solo il tipo di battesimo sia diverso, ma anche il motivo. Nel Battista esso è la paura del giudizio, in Gesù è la fiducia nella illimitata bontà del Padre. E’ così che nel battesimo del Giordano, Gesù s’annuncia al mondo, si presenta al popolo.

L’atto segna l’inizio della vita pubblica di Gesù ed è proprio questo aspetto ad essere lo scopo primario dei racconti del Vangelo. Marco infatti insiste sulla colomba e i segni divini, Matteo presenta il battesimo come realizzazione degli annunci profetici (Is 42,6), Luca si concentra esclusivamente sulla teofania e Giovanni non ne parla, ma presenta la testimonianza da parte di Giovanni Battista della discesa dello Spirito Santo su Gesù (Gv 1,29 – 34). L’evento poneva un problema alla Chiesa primitiva, lanciava l’interrogativo del perchè Cristo, immune da ogni peccato, si fosse battezzato e perchè l’avesse fatto con Giovanni, il quale, a lui inferiore, proclamava un battesimo di penitenza. La risposta a questa domanda è proprio la teofania. Il battesimo si spiega come momento di rivelazione del mistero della persona di Gesù.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

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Un pensiero su “Storia del Cristianesimo: il battesimo di Gesù

  • 1 Febbraio 2024 in 17:02
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    Bellissimo approfondimento, grazie!

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