Ottone di Rehbinder, Maresciallo di Savoia
L’estone Bernardo Ottone di Rehbinder fu Maresciallo di Savoia dell’esercito sabaudo dal 1706, dopo una ricca esperienza come generale delle fanterie dell’Elettore Palatino.
Al servizio di Vittorio Amedeo II di Savoia e poi di Carlo Emanuele III si distinse sempre per ingegno, costanza e valore. Vittorio Amedeo II lo conobbe nelle giornate dell’Assedio di Torino del 1706, ne ammirò le virtù di soldato e lo volle al suo servizio. Già l’anno dopo, nella spedizione di Provenza e nell’assedio di Tolone, ricambiò questa fiducia e come premio per i servizi forniti, il 15 marzo 1708, Vittorio Amedeo II lo nominò generale d’artiglieria: “Le cospicue qualità che concorrono nella persona del signor Bernardo Otto barone di Rehbinder lo rendono così degno dell’universale applaudimento e della nostra speciale consideratione sia per il merito suo proprio che l’ha distinto appo le Potenze straniere con l’esercitio di rilevanti impieghi militari che per le prove ch’egli ha date di valore e di consumata esperienza pendente che come capo d’un Corpo di truppe auxiliarie venute in Piemonte con l’esercito mandatovi da S. M. Imperiale ha con esse militato, sotto il nostro Comando, che vogliosi d’appagare il desiderio che nodrisce d’entrare al nostro servitio, per il quale ci ha reccati positivi contrassegni di zelo e comprovargli nello stesso tempo quanto sia la distin tione che facciamo della di lui persona Ci siamo volentieri compiacciuti di conferirgli il carico di generale della nostra artiglieria”. Quello stesso giorno fu nominato pure Governatore di Biella: “Ci riesce di sodisfatione così particolare del zelo che dimostra al nostro servitio il signor Bernardo Otto di Rehbinder, che oltre il carico di generale della nostra artiglieria desiderosi di recargli un nuovo attestato della nostra stima e fargli conoscere l’intiera fiducia c’habbiamo nella di lui persona e saggia condotta gli habbiamo appoggiato il Governo della Città e Provincia Nostra di Biella vacante per il decesso del marchese Ferrero”.
Il Rehbinder partecipò anche alla campagna del 1708 sulle Alpi occidentali occupando l’aria tra i colli di Echelle e di Sestrières respingendo sei battaglioni francesi che volevano ostacolare la sua marcia, s’impadronì del Monginevra, di Oulx e di Cesana, iniziando, poi, l’assedio di Fenestrelle. Mentre Vittorio Amedeo si accampava a Balboutet, il Rehbinder riusciva ad aprire una breccia nel forte e ad occupare una ridotta. Il combattimento che s’accese portò i sabaudi al successo.
Dopo il Trattato d’Utrecht il re Vittorio Amedeo si ritrovò in possesso anche del Regno di Sicilia e come segno di ringraziamento a Rehbinder venne conferito l’Ordine Supremo della SS. Annunziata. Rehbinder fu l’unico straniero di nascita non reale ad essere insignito di questa onorificenza. Pochi mesi prima aveva anche abiurato il luteranesimo per il cattolicesimo, forse spinto da sua moglie, la cattolica Maria Giovanna de Morphie Omorogon, Dama della Croce Stellata, che aveva sposato in Germania nel 1708.
Il 20 settembre 1713 Vittorio Amedeo II lo volle governatore della città e provincia di Pinerolo. Negli anni seguenti, Rehbinder divenne consigliere di fiducia del re e, due giorni prima di abdicare, fu nominato Maresciallo di Savoia, il più alto grado dell’esercito sabaudo, vacante dal 1568, per “le prove date d’un segnalato valore, d’una consumata esperienza e d’una prudenza non inferiore a tutte le altre insigni qualità che lo adornano, nulla ci lascia dubitare di non aver a ricevere nell’esercizio di tal impiego sempre più costanti riprove dello zelo e dell’attaccamento che ha fatto spiccare per la nostra Persona e Casa”.
Carlo Emanuele III, salito al trono, assegnò Rehbinder alla soprintendenza dell’esercito. Probabilmente il maresciallo fu ricontattato da Vittorio Amedeo II che voleva averlo al suo fianco per riprendere il potere ma con una lettera Rehibinder ribadì il giuramento che lo legava al nuovo sovrano. Nonostante questa prova di lealtà, Carlo Emanuele III lo mise progressivamente da parte sia per ragioni legate alla sua età e sia per il desiderio di non esser guidato dai vecchi uomini di fiducia del padre. Nel 1733, con le prime manovre della futura Guerra di Successione Polacca, Rehbinder fu destinato a restar a guardia di Pinerolo ma si portò con le sue truppe sul Ticino e prese il comando della fanteria, sposando, unico tra gli ufficiali, la proposta del Villars di assediare Mantova, contro il parere del re che a quel punto lo invitò a ritornare a Pinerolo.
Sua moglie morì il 20 luglio di quell’anno, qualche anno dopo sposò Cristina Margherita De Feys di Piossasco. Ormai ottantenne, conservava inesausta la sua passione per la vita militare, ma per le condizioni di salute restò fermo a letto sino alla sua morte, il 12 novembre 1742. Il suo feretro, scortato dal 1º Battaglione della Regina, da 60 poveri, 60 orfanelle, 12 valletti, sei cannoni e un distaccamento di cannonieri del Battaglione Chiablese, fu tumulato nella Cappella di San Silvestro della Chiesa dello Spirito Santo di Torino, come da sue volontà.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Bibliografia: E. Bianco di San Secondo, Un Maresciallo di Savoia. Bernardo Ottone di Rehbinder (1662-1743)