Ottavia, la grande signora di Roma

Figura modello di donna romana, personaggio di grandi valori e nobiltà di spirito, leale al fratello e al servizio di Roma, Ottavia riuniva in sé bellezza e virtù tradizionali. Questo suo carattere si rifletteva nel suo modo di vestire in stile antico, ma apportò non poche innovazioni di successo. Fu lei infatti la prima ad usare il nodus, ovvero i capelli raccolti con una particolare piega sulla fronte.

Nacque nel 68 a.C., sei anni più grande di suo fratello Augusto. I due erano legatissimi ed ebbero un’infanzia felice a Velletri. Saltato il matrimonio concordato da suo zio Giulio Cesare con Pompeo, fu data in moglie a Caio Claudio Marcello, venti anni più vecchio.

Fu un matrimonio tra alti e bassi, ma sostanzialmente felice. Marcello, oppositore di Cesare, ricevette il perdono e salva la vita. Da quella unione nacquero Claudia Marcella maggiore, Marco Claudio Marcello e Claudia Marcella Minore. Ottavia si impegnò a favore dei condannati per le proscrizioni e si guadagnò l’ammirazione dei romani, appena ventinovenne però, mentre era incinta della sua terza figlia, rimase vedova.

Prima ancora che partorisse, un decreto senatoriale le permise un matrimonio con Marco Antonio, vedovo di Fulvia. Quell’unione suggellò la pace di Brindisi e il nuovo equilibrio politico raggiunto nell’impero. Ottavia accettò le disposizioni del fratello e così divenne la donna più potente del suo tempo.

Tra il 40 a.C. e il 36 a. C., la coppia visse ad Atene, in pace e armonia, lontana dalle insidie di Cleopatra. Avevano avuto due figlie, Antonia maggiore e Antonia minore. Furono quattro anni in cui numerose volte Ottavia dovette mediare tra il marito e il fratello fino a quando, stanco per i continui compromessi da raggiungere col cognato, Marco Antonio abbandonò la moglie e tornò tra le braccia di Cleopatra.

Ottaviano le propose di lasciare la casa di Antonio e di recarsi a vivere con lui, ma Ottavia rifiutò la proposta del fratello, rimanendo fedele al marito. Provò a riconciliarsi con lui fino a quando questi, nel 32 a.C., volle il divorzio. Nonostante ciò Ottavia, pur umiliata, continuò ad agognare il ritorno dello sposo e si preoccupò dell’educazione dei figli da lui avuti con sua moglie Fulvia (Marco Antonio Antillo e Iullo Antonio).

Dopo la morte di Antonio, visse i momenti più felici della sua vita, protetta dal fratello divenuto padrone assoluto dell’impero. Sperò che suo figlio Marco Claudio Marcello potesse subentrare ad Ottaviano. Purtroppo il ragazzo morì prematuramente, forse a causa di una epidemia che si stava diffondendo nell’Urbe. Ottavia ne fu sconvolta e decise per il resto della vita di portare vesti nere per il lutto. Fu l’unica volta in vita sua in cui abbandonò il rigido protocollo e manifestò pubblicamente la sua disperazione.

Secondo la testimonianza di Elio Donato, Virgilio declamò in presenza di Ottavia e Augusto il passo del sesto libro dell’Eneide, in cui tra i gloriosi discendenti di Enea, vi erano dei versi dedicati a Marcello: quando giunse al verso 883, “Tu sarai Marcello”, Ottavia svenne. Grata al poeta, gli donò diecimila sesterzi per i commoventi versi.

Alcuni la presentano come rivale di Livia, moglie di Ottavio, ed è probabile che qualche gelosia subentrò presto tra le due. Probabilmente Livia mal tollerò l’influenza di sua cognata sul marito, la popolarità che la sua figura nutriva tra i romani e, non ultime, le attenzioni di Ottavio per Marcello a scapito dei suoi figli. L’alto contegno di Ottavia non lasciò, in vero, mai trasparire nulla.

Quando si spense, nell’11 a.C., ricevette i più alti onori dal Senato e fu innalzata allo status di divinità.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Fonte foto: dalla rete

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