Navarro y Bufalo, l’ammiraglio siciliano fedele a Filippo V e Carlo III
Il 17 Ottobre del 1759, Carlo III salpò da Napoli verso Barcellona per essere lì incoronato re di Spagna. Guidava quei navigli, un uomo di grande esperienza: Juan José Navarro y Bufalo.
Quando la Guerra di Successione Spagnola infuriò nelle acque dei mari, un siciliano domò le correnti, padroneggiò i vascelli, fece tuonare le artiglierie ed incise il suo nome nella storia accanto al titolo onorifico di “Marchese della Vittoria”. Juan José Navarro y Bufalo, ammiraglio della Reale Armata di Spagna, nacque a Messina, il 30 novembre del 1687, da Ignacio de Navarro, capitano dell’esercito spagnolo, e Livia Bufalo, nobildonna siciliana.
All’età di undici anni, fatti salvi gli studi di matematica e scienze umane, fu iniziato alla carriera militare come alfiere nei ranghi del Tercio Viejo del mar de Napoles, dove serviva anche il padre, ma ben altro l’attendeva.
Combatté nel Milanese, era presente nella gloriosa battaglia combattuta contro il conte piemontese del Parella, che fu sconfitto, ferito e imprigionato; era presente anche quando, nel 1707, la Spagna abbandonò il Ducato, raggiunse allora Valencia col suo battaglione; fu nella guerra di Penalba, combattuta il 15 agosto di quell’anno, e nei malaugurati fatti d’arme di Almenara e Saragozza, tra i 600 ufficiali catturati da Staremberg. Nel 1708 andò da Cartagena in aiuto di Orano in una sfortunata campagna per la sua famiglia, perché nell’assalto che i musulamni diedero al castello di Sant’Andrea fu ucciso suo fratello Ramon di ventitré anni e suo padre, ferito, fu portato prigioniero ad Algeri, dove poi morì. Prese pure parte alla campagna di Sardegna del 1717 ed a partire dagli anni Venti del Settecento, guidò diverse operazioni navali.
E’ qui che scrive la sua storia di glorie. A capo del “San Ferdinando” fu nelle Americhe nel 1720, poi tornato in Europa, al comando della “Castiglia”, si distinse nella conquista di Orano nel 1732, vendicando suo padre e suo fratello. Juan José, che si era già distinto per le sue conoscenze ed aveva lavorato come ingegnere ad Alicante, piazzò la mina che fece saltare le difese della fortezza e causò la resa della piazza.
La sua più grande impresa però fu nel 1744, quando si imbatté in una flottiglia inglese presso le coste di Tolone ed, inferiore in numero, condusse lo stesso i suoi uomini alla vittoria. Di qui il suo appellativo di “Marques de la Victoria”.
Questa vicenda si inserisce nel quadro della guerra tra Spagna ed Inghilterra, che infuriava dal 1739, ed in quella più ampia della Guerra di Successione Austriaca. A Juan Jose Navarro y Bufalo era stato affidato il comando della squadra navale di stanza a Cadice e da lì doveva muoversi nell’Atlantico ed in tutto il Mediterraneo. Nel 1742 condusse un convoglio di truppe a Genova, ma al ritorno la sua flotta fu bloccata nel porto francese di Tolone. Quì egli rimase diciotto mesi braccato da venti navi britanniche, poi salite a trentatre coi rinforzi. Navarro, che aveva appena quindici navi, riuscì a lasciare il porto nel febbraio del 1744 con dodici navi accompagnato a distanza da un gruppo di fregate francesi. A mezzogiorno del 22 febbraio le trentadue navi inglesi, comandate dall’ammiraglio Thomas Mattheus, lo raggiunsero ed, a largo di Capo Siciè, iniziarono la battaglia. Dodici navi inglesi con 114 cannoni si scagliarono sull’ammiraglia comandata da Navarro, la Real Filippo con 114 cannoni. Supportato da 6 navi spagnole, Navarro resistette sino a quando si avvicinò la flotta francese del Signore di Cour – con sedici navi, tre fregate, due brulotti e una nave ospedale – che costrinse gli inglesi a ritirarsi.
Il risultato immediato di questo glorioso combattimento fu, da parte della squadra spagnola, 150 morti, tra cui tre dei dodici comandanti della nave e 167 feriti, tra cui lo stesso navarro e diciassette ufficiali. La squadra inglese ebbe 300 vittime e circa 90 feriti, con due navi perse, la Malborough, irrimediabilmente compromessa dalle artiglierie nemiche, e la Power che fu catturata e bruciata dagli spagnoli.
Con questa azione Juan José Navarro y Bufalo, ferito alla gamba destra ed al capo, fu premiato e promosso al grado di tenente generale. Nel 1748 fu nominato comandante generale del Dipartimento Marina di Cartagena e due anni più tardi lo divenne per la Real Armada.
Fedele a Filippo V, Juan José Navarro y Bufalo lo fu anche a Carlo di Borbone ed ebbe l’onore di guidare la flotta che condusse il giovane sovrano da Napoli a Barcellona per assurgere a Re di Spagna. Durante questo viaggio fu messo in pratica per la prima volta il codice di segnalazione che egli stesso aveva ideato nel 1736. Carlo salì sull’ammiraglia, la “Real Fenice”, il 7 ottobre 1759, seguito da una flotta di quindici navi, quattro fregate e due tartan. Giunse a Barcellona dieci giorni dopo e, in memoria del suo viaggio, concesse a Navarro un bastone d’oro. Tra i due si stabilì subito un rapporto di grande fiducia e Carlo III lo nominò Comandante in capo della Marina e lo insignì dell’Ordine di San Gennaro.
Assetato di cultura e studioso versatile, si interessò di filosofia e matematica con una passione bramosa per la conoscenza che lo spinse, più tardi, a farsi autore di numerose opere di geografia e teoria e pratica navale. Morì a Cadice nel 1772.
Autore articolo: Angelo D’Ambra