Napoli 1503, gli spagnoli prendono Castel Nuovo

Sebbene il Gran Capitano avesse già preso possesso di Napoli il 14 maggio 1503, i due castelli, il Maschio Angioino ovvero il Castel Nuovo e il Castel dell’Ovo, che dominavano la città, dovevano ancora essere conquistati ed erano difesi da una numerosa guarnigione francese, ben fornita e capace d’opporre una lunga resistenza. Prima di marciare su Gaeta, dove si erano rifugiai i resti emaciati dell’esercito nemico dopo la battaglia di Cerignola, il 28 aprile Gonzalo de Cordoba ordinò alla squadra spagnola di chiudere l’ingresso al porto, quindi pose due batterie sul lato di terra, uno alle pendici sulla collina del Vomero e un altro presso il porto, al fine di aprire una breccia nella Torre di San Vincenzo, prossima a Castel Nuovo, per principiare l’assalto.

L’impresa non era semplice, attaccare una torre ben difesa e aprirvi una breccia che permettesse di giunger fino alle mura del recinto esterno del castello. Fu intimata la resta prima che le operazioni iniziassero. I francesi ritenevano inespugnabile la fortezza e la respinsero. Nel frattempo, l’ingegno del famoso Pedro Navarro era al lavoro.

La mina fu posta ed esplose con un terribile fragore, seminando grande scompiglio in coloro che presidiavano il muro, e prima che i francesi si fossero ripresi dalla sorpresa, gli assedianti stavano già penetrando nel passaggio spalancatosi sulle mura esterne crollate, correndo ai due ponti levatoi che le mettevano in comunicazione con il recinto principale del forte.

Il primo fu preso facilmente da Nuno de Ocampo, prima che gli avversari lo alzassero. Il secondo invece fu sollevato dai francesi prima che vi giungessero gli spagnoli. Allora Pelaez Berrio, in un gesto temerario, si aggrappò al ponte restando sospeso e riuscì a tagliarne i tiranti. Il ponte ricadde e Berrio allora dovette resistere ai nemici che accorrevano in preda al panico, finché sopraggiunsero Pedro Navarro e gli altri.

Ne seguì un furente scontro corpo a corpo, e nonostante i francesi finirono travolti, riuscirono a rientrare nel castello e a chiudere le porte. Gli spagnoli allora cercarono di abbatterle, aiutandosi con asce, picconi e altri attrezzi, mentre gli assediati, dall’alto del muro, gettavan su di loro pietre e olio bollente. Cinquanta soldati di Gonzalo de Cordoba furono ustionati o trafitti dal fuoco nemico, ma alla fine tanti sforzi valsero alla conquista del forte.

Gran parte dei difensori fu trucidata, qualcuno poté salvarsi per la clemenza del Gran Capitano, che poi concesse ai suoi soldati il saccheggio del castello come ricompensa per il loro sacrificio. Il bottino fu immenso, poiché il partito angioino napoletano aveva depositato tutte le sue ricchezze nel castello, credendo che lì fossero al sicuro.

Pedro Navarro lasciò Nuno de Ocampo come custode di Castel Nuovo, per poi attaccare quello dell’Ovo.

 

 

 

Autore articolo e foto: Angelo D’Ambra

 

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