Memorie della Grande Guerra: Monte Sabotino

Il Sabotino ci era già costato molti morti. Era il pilastro più importante della testa di ponte di Gorizia e sin dal giugno del 1915 si combattè sulle sue falde. Tutti i tentativi avuti sino all’agosto del 1916 non avevano toccato la meta. Un numero infinito di reticolati fasciava come un serpente la montagna ed i fanti italiani si ritrovavano in un alveare di nemici.

I nostri attacchi partivano da nord, dove il terreno presentava minori insidie e migliori appigli. Fino al novembre del 1915 sul Sabotino avevamo una trincea che da quota 512 scendeva lungo il costone sino a Poggio San Valentino e poi al fondo Valle Piumizza. Non avevamo feritorie, nè ripari al tiro. Nessun camminamento portava alla trincea. Vecchi avanzi di un muro a secco assolvevano al compito di seconda linea. Non c’era altro. “Il Sabotino è imprendibile!”, aveva affermato l’arciduca Eugenio in visita al monte e, in effetti, l’organizzazione difensiva austriaca era perfetta, sfruttava la parte orientale del monte che cadeva a strapiombo sull’Isonzo, godeva di sentieri, gallerie, trincee, camminamenti, ricoveri, cucine, tubazioni d’acqua e condutture elettriche e, nel canalone compreso tra la quota ed il Dentino, erano arroccate postazioni di bombarde e mortai. Lo slancio dei nostri fanti si era scontrato infelicemente per quattro volte contro questa sistemazione.

Da gennaio 1916 i comandi italiani cominciarono a disporre una diversa organizzazione logica delle posizioni. Fecero scavare trincee più sicure in prima, seconda e terza linea, e camminamenti e strade protette e mascherate per permettere il movimento anche di giorno. A febbraio Badoglio vide accolte le proprie richiese e raggiunse il monte. La nostra sistemazione, sotto le sue disposizioni, si trasformò radicalmente. Le trincee divennero profondi scavi in roccia con robusti blindamenti profondi e defilanti, caverne capaci di interi reparti ed impianti di comunicazioni.

L’iniziativa ebbe principio con l’apprestarsi della primavera. A marzo la Quinta Battaglia dell’Isonzo vide il 74° reggimento fanteria, Brigata Lombardia, occupare il margine esterno del Bosco Quadrato e scavare una nuova trincea. A maggio la Brigata Bari spinse l’occupazione a trenta metri dalla linea avversaria e scavò una nuova trincea. Entrambe le trincee furono allacciate con camminamenti alle linee italiane e furono scavate due caverne tra quota 513 ed il Bosco Quadrato per ammassarvi i reparti d’assalto. Fu la Brigata Toscana del maggiore generale Francesco Gagliani a portare a compimento l’azione.

Era il 6 agosto. Badoglio divise le truppe in due nuclei. Il primo doveva provvedere a bloccare caverne e camminamenti, paralizzarne la difesa ed annientarla. Il secondo, subito a rincalzo, doveva raggiungere la vetta, sorpassarla e scendere per San Valentino e San Mauro all’Isonzo. Alle ore 16.00 le nostra artiglierie allungarono il tiro. Le truppe poi balzarono irruenti all’attacco. Il primo nucleo bloccò l’avversario nei ripari, il secondo scavalcò il primo e raggiunse i suoi obiettivi. In trentotto minuti era stata presa la vetta. A fine giornata il costo era stato notevole, ma ridotto nel contesto di quella guerra, appena 1186 perdite. D’Annunzio cantò l’impresa: “Fu come l’ala che non lascia impronte, / il primo grido avea già preso il monte”.

Rimasti intrappolati nelle loro caverne, molti austriaci, serbi e croati si arresero – eran circa 1200 – , alcuni scelsero di combattere – come i veterani del 37° reggimento fucilieri – , altri non risposero all’appello alla resa presentato dai nostri zappatori e finirono divorati dalle fiamme appiccate con benzina all’entrata delle caverne.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: R. Raja, La Grande Guerra giorno per giorno; A. Sema, La grande Guerra; J. R. Schindler, Isonzo. Il massacro dimenticato della Grande Guerra

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Un pensiero su “Memorie della Grande Guerra: Monte Sabotino

  • 18 Gennaio 2024 in 10:13
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    Il mio avo fu disperso nello terzo assalto dell’isonzo, il 23 OTTOBRE del 1915. Dove posso trovare informazioni su di lei ? Grazie mille.
    Il suo nome: Costantino (Vittorio?) RIONE. Nato in Genova il 12 MARZO 1882; Allo scopio della guerra sua vita era nell’isola di Corsica città di Bastia.
    Non sono Italiana per questo non hè possibile di ottenere delle informazioni su di lei. Qualcuno potrebbe provedemi un atto di nascita ?
    Mio indirizzo:
    Andree RIONI – LEONARDI
    Piazza San Teramu
    20222 ERBALONGA (Corsica)
    e-mail: andree.rioni@gmail.com
    GRAZIE, GRAZIE A TUTTI.

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