Memorie della Grande Guerra: gas su Monte San Michele
Il 29 giugno del 1916, il nemico, esasperato per il fallimento dell’offensiva attuata in Trentino, volle vilmente vendicarsi con un gesto esecrando. Sprigionò gas asfissianti nel settore del San Michele provando così a liberarsi di quei tenaci fanti italiani che non cedevano d’un passo, che lo affliggevano con una pressione costante e snervante.
Attaccarono all’alba, alle 5.15. Il lancio iniziò dalle trincee presso il paese di San Martino del Carso. Le colonne austriache, poi, penetrarono agevolmente nelle prime linee italiane, trovando solo cadaveri o soldati inebetiti dai gas, mentre i soldati ancora validi presi dal panico ripiegavano verso il basso. L’intervento del colonnello Gandolfo, comandante del 10° reggimento, valse a fermare parte degli sbandati che scendevano, mentre il maggiore generale Sailer col resto della brigata Regina, sorretto dall’artiglieria e dalle truppe schierate nel Bosco Lancia, iniziava il contrattacco. Intanto, anche dalle trincee del San Michele il gas veniva lanciato contro le nostre prime linee, e immediatamente dopo l’8° brigata della 20° divisione ungherese iniziava l’attacco. Anche in questo settore dense nubi investirono le prime e seconde linee, i ricoveri ed i camminamenti, estendendo il loro effetto sino a Peteano e Sdraussina. L’attacco fu particolarmente violento contro le truppe che tenevano le posizioni appena sotto le cime del San Michele; alcuni battaglioni dei reggimenti 19° e 20° furono quasi completamente annientati, mentre i superstiti venivano travolti dalle truppe nemiche.
In centinaia di italiani morirono all’istante, altri, in agonia, vennero finiti dal passaggio di soldati armati di mazze ferrate. Perirono circa duemila soldati mentre altri cinquemila rimasero intossicati. Fu una delle più orribili pagine della Grande Guerra.
Anche quell’attacco fallì. Gravissime furono le nostre perdite, ma reagimmo, contrattaccammo arditamente, riprendemmo le posizioni nella stessa giornata. Nel pomeriggio, grazie ad un improvviso cambio nella direzione del vento che faceva risalire il gas verso gli austriaci che scendevano, ed al tenace sforzo di riorganizzazione compiuto dalle truppe italiane, il terreno perduto era stato interamente riconquistato. Il ricordo di quell’azione vile si unì a quello dell’uso delle mezze ferrate con cui gli austriaci passarono a finire i nostri soldati tramortiti dai gas. Fu una vera barbarie.
Premiando i valorosi che più si erano distinti nella difesa del San Michele, il Duca d’Aosta pronunciò pochi giorni dopo le seguenti toccanti parole: “Fanti eroici delle brigate Regina, Brescia, Pisa e Ferrara, che nel cuore portate sempre accesa la fiamma del sacrificio per la Patria – fanti della Terza Armata, che aggrappati sul San Michele ne irroraste di sangue le pendici, stroncati dal fuoco, ma saldi sempre nella dura trincea – fanti d’Italia, invincibili come i Legionari di Roma, umili e grandi come i martiri di Cristo – i sono fiero di salutarvi oggi, novamente vittoriosi.
Il nemico, in capace di vincervi con armi leali, cercò – con meditata ferocia – di fiaccarvi coi gas venefici. Ma la causa santa d’Italia non si abbatte con alcun mezzo. Essa è passata e passerà ancora attraverso durissime prove; ma giorno verrà che un trionfo romano glorificherà le nostre lotte, le ansie, i patimenti di un secolo.
Piccoli Fanti allineati nella trincea – vostro martirio e vostra gloria, – voi non poteste spiccare l’assalto perchè vigliaccamente vi fulminò l’impotente ira nemica: e giaceste con l’arme in pugno per difendere la linea con suprema energia, negli ultimi spasimi di una morte oscura.
I vostri compagni vi hanno già vendicato, ricacciando il nemico ne’ suoi voci; ma io vi dico, o fratelli caduti, che non è lontano il giorno in cui i Fanti d’Italia porranno il piede sulle contrastate cime del San Michele: quel giorno sarà di castigo per il nemico e di vindice trionfo per Voi, ufficiali e soldati del XI Corpo d’Armata”.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Bibliografia: R. Raja, La Grande Guerra giorno per giorno; A. Sema, La grande Guerra; J. R. Schindler, Isonzo. Il massacro dimenticato della Grande Guerra