Memorie della Grande Guerra: Forte Campolongo
Costruito tra il 1912 ed il 1914, Forte Campolongo era un’opera fortificata della Prima Guerra Mondiale.
Posto a quota di 1720, circa cinquecento metri superiore alla postazione degli omologhi austriaci, aveva come compito il controllo della Val D’Astico e della Val d’Assa e, qualora si fosse entrati in guerra, aveva il compito di battere le fortificazioni nemiche dirimpettaie.
Al 24 maggio del 1915 il Forte si presentava composto da una Porta Carraia, un tunnel di accesso, il Corpo di Guardia, una caserma per l’alloggio della guarnigione, con al suo interno l’infermeria ed i servizi, una seconda caserma per l’alloggio degli Ufficiali, la Polveriera per la preparazione delle cariche e la Casamatta della Batteria.
Quest’ultimo sito si presentava esternamente come costruzione a due piani, parte realizzata in calcestruzzo, parzialmente scavata all’interno della montagna. L’armamento era, almeno teoricamente, imponente. La batteria, infatti, era armata con quattro cannoni Schneider da 149 mm in cupole corazzate girevoli, vi erano poi quattro cannoni da 75 mm per la difesa ravvicinata, quattro mitragliatrici Maxim ed una trincea che circondava tutto il complesso dove, in caso di necessità, la guarnigione poteva usare l’armamento individuale.
Le comunicazioni tra i vari corpi della struttura erano rese possibili da tubi acustici annegati nel calcestruzzo e nella roccia mentre, per gli spostamenti tra le varie strutture, vi erano delle gallerie sotterranee tuttora percorribili (consigliato al visitatore l’uso di una torcia).
Per lo spostamento dei materiali veniva utilizzata una decauville – alcuni binari nel 2022 sono ancora visibili – ed un sistema di montacarichi.
Il Forte non disponeva di una sorgente d’acqua al suo interno, per il rifornimento idrico ci si affidava ad un sistema di filtraggio e recupero delle acque piovane che venivano convogliate in una cisterna di accumulo.
Il punto debole della fortezza era sicuramente la scarsa blindatura della casamatta.
Se si osserva la parte non restaurata del Forte, risultano immediatamente evidenti sia quanto lo spessore del calcestruzzo sia scarso (circa 200 centimetri e privo di ferro), sia come questo non sia stato colato in un unica soluzione. Già il 9 giugno del 1915 un proiettile da 305 millimetri aveva gravemente danneggiato la struttura, che fu poi distrutta il 19 maggio del 1916 da un proiettile da 420.
Ormai inservibile, fu abbandonato dagli italiani durante la fase iniziale della Strafexpedition ed occupato dagli austriaci che lo tennero fino alla fine del conflitto.
Il Forte recentemente è stato, discutibilmente, restaurato ed è quasi completamente visitabile.
Autore articolo: Enrico Pizzo, classe ’74, residente sui Colli Euganei. Appassionato di storia veneta e storia dei sistemi monetari preunitari.
Bibliografia: Leonardo Malatesta, Il forte di Cima Campolongo