Maria Gaetana Agnesi, la scienziata santa del Settecento
Maria Gaetana Agnesi fu la prima donna autrice di un libro di matematica e la prima a ottenere una cattedra universitaria di matematica presso l’Università di Bologna.
Da bambina visse ampi periodi di studio con insegnanti e precettori in un antica villa situata fuori da Milano, sull’incantevole collina di Montevecchia. Gioiosa, intelligente, versatile, era la terza dei ventuno figli, tra cui la compositrice Maria Teresa Agnesi Pinottini, di Pietro Agnesi e Anna Fortunata Brivio. Fu durante uno di questi soggiorni che la piccola Maria Gaetana Agnesi mostrò i primi sintomi di un burtto malore. Appena dodicenne si sentì male e i medici, adducendo il tutto alla vita sedentaria ed all’eccessiva applicazione negli studi della piccola, le prescrissero seplicemente di svagarsi, di ballare e cavalcare. Maria Gaetana però peggiorò. La colpivano violente convulsioni e, come se non bastasse, ad esse si unì la tristezza per la morte di sua madre, a soli trentatré anni, durante il parto. La bambina si chiuse in se stessa in un profondo stato di malinconica depressione, mentre il suo stato di salute deteriorava. Era però anche colta, stupiva per la profondità e la vastità delle sue conoscenze.
Crebbe ben istruita, nell’assoluta agiatezza, appassionata al ballo e all’equitazione, religiosissima e devota alla Vergine e a San Gaetano. Era esperta di logica, botanica, cosmologia, ontologia, meccanica, pneumatologia e poi algebra e matematica. Maria Gaetana apprese perfettamente l’italiano, il tedesco, il francese, il latino, il greco, lo spagnolo e l’ebraico, tanto da meritarsi il soprannome di Oracolo Settilingue. Studiosa di Newton fino al punto da correggerlo, era un’ottima clavicembalista e compositrice i musica. Iniziò a scrivere saggi e a ventun anni chiese al padre il permesso di diventare monaca, ma poi, per rimanere in casa ad accudirlo, si risolse a sacrificare le proprie inclinazioni.
Non abbandonò mai i suoi studi e riuscì a pubblicare, nel 1748, le Instituzioni Analitiche ad uso della Gioventù Italiana, dedicate all’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Divenne così la prima donna autrice d’un libro di scienze matematiche. L’opera ebbe un inatteso successo e fu tradotta in francese e in inglese. Le giunsero plausi da tutta Europa: i dotti dell’Accademia Reale di Francia lodarono il libro come un’opera avanzatissima, la migliore mai apparsa nel genere; l’imperatrice le inviò un anello di brillanti in un prezioso cofanetto; papa Benedetto XIV le inviò benedizioni e doni preziosi; Goldoni le dedicò un sonetto. Nel 1750 sostituì il padre nell’insegnamento della matematica all’Università di Bologna stabilendo ancora un incredibile primato: era la prima volta che una donna assurgeva alla cattedra dell’ateneo felsineo.
Uno dopo l’altro morirono la seconda moglie del padre, Marianna Pozzi, dopo soli tre anni di matrimonio, e poi anche l’adorato genitore. Fu allora che Maria Gaetana, tanto sensibile, divenne più introversa, più pensosa, più chiusa. I suoi studi persero d’importanza e quando Benedetto XIV le offrì di ricoprire ufficialmente la cattedra, ma Agnesi rifiutò, ritirandosi completamente dalla vita pubblica per dedicarsi a opere di carità. Il suo cuore abbandonò l’interesse per le discussioni erudite e si aprì alla cura dei poveri e dei malati e all’istruzione dei fratelli e dei domestici di casa. La villa di Montevecchia divenne un centro di accoglienza per sofferenti e infermi ed ella stessa divenne la loro infermiera, vendendo tutti i suoi averi, per far fronte alle spese.
L’erede delle famgilie Agnesi-Mariani e Brivio era da tutti considerata una facoltosa signora che poteva permettersi ogni larghezza, ma la sua continua assistenza ai poveri e le generose donazioni ai bisgonosi, la fecero precipitare presto in un vortice di uscite, così dovette girovagare da una proprietà all’altra della sua famiglia. Tutto questo fino a quando, grazie ad una donazione del principe Antonio Tolomeo Trivulzi, nel 1771, fu istituito a Milano il Pio Albergo Trivulzio e la Agnesi ne divenne la direttrice. Continuò a lavorarvi per ventisei anni fino alla morte, il 9 gennaio 1799. Sulla sua tomba c’è una scritta semplicissima: “Maria Caietana Agnesi – Pietate, Doctrina, Beneficentia insignis”.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Bibliografia: G. Tilche, Maria Gaetana Agnesi, la scienziata santa del settecento