Lucia Migliaccio, la seconda moglie di Ferdinando IV di Borbone
Lucia nacque a Siracusa il 18 gennaio 1770 dal Duca di Floridia, Vincenzo, e dalla Marchesa del Casale, Dorotea Borgia Rau, maggiorenti di Siracusa. I Migliaccio provenivano da Firenze ed erano attestati in Sicilia sin dal XIV secolo.
Di straordinaria e precoce bellezza, appena undicenne, il 19 aprile 1781 a Palermo, Lucia fu data in moglie al Duca di Ciminna, Benedetto Grifeo del Bosco, primogenito venticinquenne (nato a Palermo il 17 novembre 1755) del Principe di Partanna, Benedetto III, Deputato del Regno, Gentiluomo di Camera e Consigliere di Stato di Sua Maestà.
Il Principe di Partanna possedeva quel Casato dai tempi di re Ruggero (come attestavano autentici documenti) che per ricchezze e nobiltà, non aveva uguali in tutta la Sicilia.
Lucia, che diede a Benedetto sette figli, visse d’amore e d’accordo con il marito, fino alla morte di lui, avvenuta a Palermo il 28 Marzo 1812.
Nel settembre 1814 morì anche Maria Carolina moglie di Ferdinando di Borbone. Volendosi risposare, il re napoletano rivolse le sue attenzioni a quella Principessa di cui aveva apprezzato i “vasti talenti” nei frequenti “incontri” a corte.
Due anni dopo, a quarantaquattro anni, nel 1814, Lucia sposò morganaticamente (“… riceveva l’onore del talamo e la primazia fra tutte le Dame suddite, ma non l’onore del Trono”. Cit. S. Mendolia) re Ferdinando IV di Borbone, di anni sessantatre.
L’unico a opporsi alle nozze era stato il Principe Francesco (figlio di Ferdinando IV) che aveva tentato di dissuadere il re, ricordando i tanti pettegolezzi che giravano intorno a Lucia.
La nuova consorte del re di Napoli si rivelò l’opposto della predecessora Maria Carolina: autoritaria e opprimente questa, docile e conciliante la “Floridiana” e per il re era finito l’incubo dell’inflessibilità della moglie austriaca, i suoi continui sospetti, l’acida gelosia, la perpetua ingerenza negli affari di Stato.
Compiacendosi per questa ventata di libertà, andava ripetendo: “Che bella cosa! – Ho una moglie che mi lascia fare quello che voglio, e un Ministro che mi lascia poco da far”.
Nel giugno 1815 dopo dieci anni di dominazione francese re Ferdinando tornò a Napoli con la nuova moglie. Lucia fu molto amata dai napoletani, e venne ricordata da tutti come la “Regina Lucia”.
Ferdinando si rivolgeva alla moglie chiamandola col vezzeggiativo di Lùzia.
Il re amava intensamente la sua sposa, e subito dopo aver riguadagnato il trono, come pegno d’amore, le intestò Palazzo Partanna con un grande complesso al Vomero denominato “La Floridiana”.
La nuova regina si era data un solo obiettivo: assicurare un degno futuro alla numerosa prole avuta da Benedetto Grifeo; fu considerata sempre un’intrusa per i figli del re, più di tutti per il Principe Francesco che la ignorò apertamente.
Lucia e Ferdinando non ebbero figli, ma fu un matrimonio felice e per quanto morganatico, cosa che non faceva di Lucia una regina, come tale fu trattata dalla corte in virtù della sua signorilità, della sua discrezione, della sua gentilezza.
La morte sorprese Ferdinando la mattina del 4 gennaio 1825.
Dopo lunga e penosa malattia, dopo circa un anno e mezzo dopo la morte del sovrano, la Duchessa di Floridia si spegne a 56 anni.
Il 5 maggio i funerali vennero celebrati nella Chiesa di San Ferdinando, alla cui confraternita Lucia era iscritta; ed ivi sepolta per espressa volontà di Ferdinando che aveva vietato in questo luogo santo altre tumulazioni, fatta eccezione per Lucia.
Mancava Francesco I che evitò anche di farsi rappresentare, né presenziò alcuno dei membri della famiglia reale.