L’origine dei miti greci

Ecco come il filologo classico Geoffrey S. Kirk, in La natura dei miti greci, analizza l’origine dei miti greci e i loro rapporti con le più antiche civiltà orientali.

***

Nel III e II millennio a.C. il Vicino Oriente e l’Asia occidentale erano un calderone di consuetudini e di idee che passavano dalla Mesopotamia all’Egitto (da dove talora tornavano in Mesopotamia), alla Siria e all’Asia Minore e nell’Egeo, fino a Cirpo e a Creta e al continente greco. Le tribù semitiche assorbivano concetti da quelle indoiraniche e viceversa. Gli ittiti di lingua indoeuropea derivarono la loro teologia dagli urriti non indoeuropei, gl iaccadi, semiti, dai non semiti sumeri. Durante il II millennio i popoli dell’Egeo erano in contatto con troiani e ittiti in Asia Minore, con l’Egitto tramite il commercio occasionale e i mercenari, col Levante attraverso Cipro e le stazioni commerciali della Siria e della Palestina. La fonte principale di credenze e di contatti culturali era senza dubbio la Mesopotamia. Ne risentì anche l’Egitto, soprattutto nel III millennio a.C., sebbene evolvesse rapidamente una proprio civiltà fortemente caratterizzata.

L’esistenza di questa grande area culturale continentale, favorita dalal diffusione di contatti militari, commercial ie politici, che andavano influendo sullo stesso Mediterraneo orientale, significava che la comparsa di idee vagamente simili o molto generiche (come quella di una dea madre, di un dio delle tempeste o dell’umanità modellata nella creta) non indica necessariamente un influsso diretto di una particolare regione su di un’altra, ad esempio dell’Egitto o della Mesopotamia sulla Grecia. E’ solamente quando un motivo piuttosto complesso e specifico ricorre in due luoghi distinti e non altrove, che sorge la probabilità di un influsso diretto, ed anche in questo caso le analogie possono derivare da un modello ignoto e non essere direttamente interdipendenti.

Tra i temi teologici che conosciamo in Grecia, soltanto la deposizione violenta di dei più antichi da parte di dei più giovani, e forse la successiva eliminazione di un ultimo avversario mostruoso da parte del dio delle tempeste prima di fondare la sua supremazia, sono abbastanza complesse e specifiche da dimostrare rapporti significativ tra i creatori di mit iasiatici e quelli greci. E’ improbabile che in questo campo l’iniziatrice sia la Grecia, giacché molti particolari della narrazione comune sono inequivocabilmente asiatici. Ciò fa pensare a un preciso imprestito da qualche fonte asiatica occidentale, forse dell’Asia Minore o del Levante, giacché il tema della deposizione violenta è più completamente sviluppato nel frammento urrita-ittita di Kumarbi che nell’epoca babbilonese della creazione, dove ricorre in forma scheletrica nella deposizione di Apsu da parte di Ea e di Tiamat da parte di Marduk. E’ dubbia l’epoca in cui avvenne questo imprestito: è certo soltanto che non può essere troppo vicina alla data dell ostesso Esiodo, che è il primo a registrare nella sua Teogonia la versione greca nel tema. La probabile diffusione di più ampi concetti mitici come quello della geografia dell’oltretomba, anche se non può essere dimostrata, milita nondimento per una datazione al II millennio del passaggio dello specifico tema Kumarbi/Crono.

Ci troviamo di fronte alla stessa difficoltà se tentiamo di rintracciare i motivi narrativi dei miti eroici. Sarà sempre diabttuto (almeno finché non si troveranno nuove testimonianze o si avranno altre decifrazioni) se la tradizione omerica debba qualcosa alla tadizione mesopotamica di Gilgamesh, che era ampiamente diffusa in tutta l’Asia occidentale già nel II millennio e v eniva ancora registrata in Assiria all’epoca della composizione della nostra Iliade ed Odissea. L’affetto di Achille per Patroclo non è l’esatto parallelo del rapporto spirituale tra Gilgamesh ed Enkidu, eppure c’è tra i due qualcosa in comune. Achille, come Gilgamesh, è figlio di una dea, e in entrambi i casi la dea sostiene il figlio, cosa che non fa stupire, in un momento difficile. La somiglianza più specifica, che incoraggia a ipotizzare un contatto preciso, sta nella breve riapparizione dello spirito del compagno dal mondo degli inferi, con la narrazione delle tristi condizioni di laggiù; ciò è attribuito a Enkidu nella dodicesima tavoletta dell’epopea di Gilgamesh e a Patroclo nel ventitreesimo libro dell’Iliade. Altri possibili riecheggiamenti di Gilgamesh si trovano nella figura di Eracle (che porta pelli di fiera, attacca i giganti e i mostri, ha a che fare con la morte), e in quello di Odisseo nei suoi viaggi in terre incantate…

Parecchi elementi del cosmo mitico dei greci ci rimandano alla Mesopotamia, un paio all’Egitto. In primo luogo gli stessi dei. Alcune importanti divinità greche sono di chiara derivazione non greca. Nonostante Erodoto, che riteneva vhe tutto quanto la Grecia avesse di antico fosse egizia, esse non provengono dall’Egitto bensì dall?Asia occidentale. Apollo viene probabilmente dall’Asia Minore; il suo epiteto Lykeios, malgrado la “e” che vi si è intromessa, indica la Licia più che una connessione coi lupi; egli possedeva culti assai diffusi in Asia Minore, e il suo nome, dall’apparenza non greca, ha una stretta analogia con un dio ittita dalle funzioni simili chiamato Apulunas. Se la sua connessione con gli Iperborei e il curioso tragitto rituale delle offerte inviategli a Delo ci rimandano al nord, è molto probabile che si tratti dell’Asia Minore nord-orientale e del Caucaso più che dei Balcani. Sua sorella Artemide è anch’essa saldamente radicata in Asia Minore, in forma di dea della fertilità plurimammata ad Efeso, ed anche come “madre degli animali”. E’ affine alle dee cretesi Britomartis e Dittinna, ma ciò non diminuisce la probabilità della sua origine asiatica, dato soprattuto che sua madre (e madre di Apollo) è Letò-latona, che è stata plausibilmente connessa con “Lada”, dea licia ed anche termine licio che significa “donna” – la Licia era la parte sud-occidentale dell’Asia Minore e la presunta patria di Apollo Liceo.

Afrodite è un caso ancor più chiaro. E’ la versione greca della sumerica Inanna, dell’accadica Ishtar e della canaanita Anath, la “regina del cielo”, la dea dell’amore, e il suo famoso culto a Pago in Cipro, dove secondo il mito greco essa era nata, segna una fase del suo passaggio dall’Asia alla grecia. Efesto appartiene all’isola di Lemno, non lontana dalla costa dell’Asia Minore; è la versione lemnia di un dio artigiano asiatico. Dioniso, importazione relativamente tarda dagli altipiani della Lida e della Frigia, evolve forme greche particolari ma conserva in parte il ruolo di un dio della fertilità, consorte della Gran Madre asiatica nota ai greci come Cibele e talora confusa con Rea, moglie di Crono e madre di Zeus. L’origine asiatica di Demetra è più problematica. Nel suo contesto eleusino essa si comporta come una divinità asiatica della fertilità che scompare, ma conserva forse degli elementi in qualche dea preellenica della vegetazione. Non conto il dio indoiranico del tempo e del cielo sereno che lasciò la sua impronta nell’Asia occidentale ma venne introdotto in Grecia come Zeus dalle prime genti di lingua greca; né Ares, che è una sorta di intruso dalla Tracia. Rimangono solo Era, Atena, Hermes e Posidone come prevalentemente locali. In tutto ciò vi sono enormi zone di dubbio, e sono pronto a limitarmi esclusivamente ai tre casi più sicuri: Afrodite, Apollo e Artemide. Che importanza hanno questi dei per i miti divini greci nel loro complesso, quale posizione occupano al centro della religione greca! Se perfino questi dei vennero dall’Asia occidentale in data relativamente antica – certamente, alemno nel caso delle due dee, assai prima dell’età micenea, ossia prima della seconda metà del II millennio a.C. – allora non abbiamo assolutamente il diritto di respingere la possibilità che dall’Asia derivassero anche altri importanti elementi del mito.

 

 

historiaregni

Historia Regni è un portale telematico dedicato alla storia, anzitutto quella italiana. Nasce su iniziativa di Angelo D’Ambra, è senza scopo di lucro e si avvale di collaborazioni gratuite. Le foto presenti sono state, in parte, prese da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo al nostro indirizzo email info@historiaregni.it e si provvederà alla rimozione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *