La vendetta di Silla
Questa pagina di Appiano denuncia l’enorme crudeltà di Silla coi suoi avversari. Padrone assoluto di Roma, il dittatore si servì del terrore e della vendetta, di liste di proscrizione e ricompense per chi avesse ucciso i suoi nemici in fuga.
***
Silla, convocati i Romani in assemblea, parlò di se stesso con grandi vanterie; pronunciò per spaventarli, molte minacce ed aggiunse che avrebbe portato utili mutamenti nello stato se lo avessero ubbidito, ma che a nessuno degli avversari avrebbe risparmiato le più grandi sventure… Dopo questo discorso proscrisse in complesso quaranta senatori e circa milleseicento cavalieri. Sembra che egli sia stato il primo a compilare delle liste di coloro che voleva punire con la morte ed a stabilire premi per gli uccisori, ricompense per i delatori e pene per coloro che nascondevano i ricercati. Dopo non molto raggiunse altri nomi di senatori a quelli già nelle liste. Di costoro alcuni, colti alla sprovvista, vennero uccisi là dove erano stati sorpresi, in casa, per via, nei templi; altri trasportati, solelvati, fino a Silla, furono gettati ai suoi piedi; altri vennero trascinati e calpestati, mentre nessuno degli spettatori osava dir verbo, per il terrore, di fronte a questi crimini. Vi fu per altri l’esilio, per altri la confisca dei beni. Sulle tracce di chi fuggiva dalla città correvano, ricercando da ogni parte, degli inseguitori, che uccidevano quanti ne riuscivano a raggiungere. Vi furono molte uccisioni, bandi e confische anche fra gli Italici… Per l’intera Italia contro costoro vi furono severi giudizi, sotto i capi d’accusa più svariati, per aver avuto un comando, o aver servito sotto le armi, o aver versato denaro, o per qualsiasi altro servizio reso o consiglio dato contro Silla. Imputazioni erano l’ospitalità, l’amicizia, i prestiti dati o ricevuti: qualcuno, infine, fu condannato anche per atti di gentilezza o solamente per aver fatto la strada insieme con avversari di Silla. Queste accuse furono specialmente numerose contro i ricchi. Quando cessarono le vendette contro i singoli, Silla perseguì le città e le punì.
Appiano è ‘vagamente’ fazioso.