La tragica vendetta di Girolamo Pompei
Sul finire Cinquecento un enorme scandalo scosse la città di Verona. Nella notte del 20 dicembre 1592, il governatore Virginio Orsini era fuggito dalla città come un ladro, per evitare la feroce vendetta da Girolamo Pompei, Conte di Illasi, che l’accusava di aver stuprato sua moglie Ginevra Serego Alighieri.
Quella stessa notte la donna aveva ucciso con ben quindici pugnalate Gregorio Griffo, sua guardia del corpo e uomo d’armi fidatissimo del conte, che però aveva fatto entrare Virginio Orsini nella camera della contessa, ricevendo in cambio del denaro.
Da Venezia fu inviato a Verona l’avogadore Marco Querini, che con molta difficoltà riuscì ad interrogare Ginevra, senza però riuscire a trarne notizie. La donna scomparve nel nulla. Una leggenda vuole che sia stata murata viva nel castello di Illasi. In realtà tra la contessa Ginevra e Griffo era sorta una scandalosa storia d’amore. La tresca fu scoperta da un’inserviente, una giovane i nome Agnolina che scoprì i due amanti insieme a letto. A sua volta la serva ne aveva parlato con le altre donne del castello e la voce aveva presto raggiunto il conte.
Girolamo Pompei allora meditò un piano per disfarsi della moglie adultera e del suo amante. Per farlo però non doveva intaccare l’onore del suo casato. Non doveva venire alla luce del sole che era stato tradito e così artatamente diffuse la voce che il governatore Orsini, rinomato per i suoi giochi di seduzione con cui tentava le donne della città, avesse osato far avances a sua moglie. Poco dopo fu messa in giro la voce che Virginio Orsini avesse addirittura stuprato la contessa nel palazzo di Verona.
Gli sgherri del conte allora passarono all’azione, prelevarono Gregorio Griffo con la forza, lo trascinarono nel castello e lo tennero fermo mentre, in una stanza, il conte scagliò sul suo corpo furenti coltellate di vendetta. In seguito, Girolamo Pompei costrinse la moglie ad accusarsi dell’atroce delitto del suo amante. Nel frattempo, la famiglia Pompei aveva in segreto avvertito il governatore Orsini di fuggire al più presto per salvarsi la vita, visto che il conte avrebbe dovuto vendicarsi su di lui per il falso stupro della moglie.
Orsini fuggì prima a Mantova poi a Venezia, professandosi sempre innocente, anche davanti al senato della Repubblica di San Marco. Venezia chiese spiegazioni, e Ginevra firmò una confessione pubblica nella quale giurava di essere stata stuprata dal governatore nella notte del 22 novembre 1592, nella sua stanza del Castello di Illasi. La donna, dopo aver lasciato la sua deposizione, sparì senza che nessuno ne sapesse più nulla. Si cominciò sin da allora a narrare come la servitù udisse spesso, e di notte in particolare, delle urla e delle grida soffocate e continui pianti di disperazione nel castello d’Illasi…
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Fonte foto: dalla rete
Bibliografia: L. Pavanetto e R. Benetti, L’ onore e la legge. 1592. Il processo a Ginevra Serego Alighieri