Kanhoji Angre, l’ammiraglio dell’impero Maratha

Le sue origini restano dibattute, ma sulle qualità navali di Kanhoji Angre non ci sono dubbi, fu il più grande ammiraglio indiano. Nel 1698, lo ritroviamo a capo di una flotta pirata che aveva la sua roccaforte vicino a Bombay, in una rada chiamata Vijayadrug, e controllava altre due città sulle isole di Khanderi e Underi nell’Oceano Indiano. Protetto dal chhatrapati della cittò di Satara, aveva fatto fortuna saccheggiando le navi delle compagnie britanniche e olandesi delle Indie orientali, divenendo così potente che Sambhaji, sovrano dell’impero Maratha, preferì averlo amico e gli affidò la sua marina.

A capo di una più potente flotta, Angria non solo aumentò i suoi attacchi in mare contro i mercantili europei, ma osò persino sbarcare e assalire gli insediamenti portoghesi e inglesi in India. Nel 1712 in un raid distrusse i magazzini della Compagnia delle Indie Orientali a Karwar, uccise il direttore Thomas Chown e ne catturò la moglie che liberò solo dopo il pagamento di un riscatto di trentamila rupie. In quest’azione prser pure l’Algerine, lo yacht di William Aislabie, il governatore della Bombay Presidency. Il clamore della notizia costò il posto Aislabie. Chi gli subentrò, Charles Boone, provò a il pungo di ferro contro la pirateria indiana e mise in campo numerosi sforzi per contrastarla. Servì a poco. Le scorrerie di Kanhoji Angre si moltiplicarono e crebbero le storie di torture e supplizi patiti dai suoi prigionieri. Tutto ciò spaventava i mercanti e rallentava i commerci. Non avendo modo di far navigare in sicurezza le sue navi, la Compagnia delle Indie Orientali perdeva centinaia di sterline al giorno. Angria, nel 1718, giunse addirittura a bloccare il porto di Bombay ottenendo un riscatto da Boone di oltre ottomila sterline. Dovette pianificarsi allora un più robusto intervento della Royal Navy.

Alla fine del 1721, sotto il comando del commodoro Thomas Matthews, una forza combinata anglo-portoghese, forte di cinque navi da guerra e oltre seimila soldati, si impegnò in continui scontri a terra e in mare che andarono avanti per due anni senza però dare i risultati sperati. Cominciarono a circolare voci che Matthews stesse prendendo tangenti o che addirittura fosse in combutta coi pirati. Il commodoro dovette tornare in patria, fu processato e condannato nel dicembre del 1723 e il governatore fu richiamato lo stesso anno.

Angre intanto andava arruolando anche esperti marinai europei, generalmente olandesi. Si fece affiancare da un pirata giamaicano di nome James Plantain e dal portoghese Manuel de Castro. Al culmine del suo potere, comandava centinaia di navi da guerra e migliaia di marinai. Sotto la guida di Kanhoji, a Vijayadurg sorsero strutture portuali per la costruzione di navi e il montaggio di cannoni, ogni insenatura vide nascere fortificazioni e porti. Ormai era padrone delle acque da Sawantwadi a Bombay, l’intera costa dell’attuale Maharashtra

Il nuovo governatore scelse di non attaccare direttamente Angria, ma di istituire un sistema di convogli a protezione dei mercantili. Col supporto della scorta di due o più fregate della Royal Navy i navigli della Compagnia delle Indie Orientali solcarono i mari con meno problemi, ma le incursioni di Angria continuarono sino a quando spirò, nel luglio del 1729.

La notizia della sua morte fu ben accolta a Londra, soprattutto perchè fu rapidamente accompagnata da quella concernente la lotta per il potere tra i discendenti del pirata. Ne approfittò la marina britannica che iniziò ad infliggere pesanti sconfitte ai pirati e, nel 1756, distrusse l’insediamento di Vijayadurg.

 

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Fonte foto: dalla rete

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