Il Vallo di Adriano

Nell’anno 122, i romani iniziano la costruzione del vallo di Adriano, il muro che delimitò le terre dell’impero da quelle ancora dei pitti. La costruzione, al suo termine, andava dal Golfo del Solway all’estuario del Tyne ed era lunga 117 chilometri. Costruito interamente da blocchi di pietra, era alto in media quattro metri e largo due.

Quell’anno, per la prima volta, un imperatore romano mise piede nella provincia di Britannia dall’invasione del 43. a.C.; Adriano aveva come missione quella di respingere gli attacchi dei pitti che saccheggiavano e distruggevano gli insediamenti delle tribù soggette a Roma.

Arrivò accompagnato da una delle legioni precedentemente di stanza nel Reno, la legione VI Victrix, che andò a sostituire la IX legione ispanica, decimata da una ribellione dei pitti. Tra gli ispanici c’era Aulo Platorio Nepote, amico di Adriano e nuovo governatore della Britannia. Nepote aveva una vasta esperienza militare, aveva combattuto in Asia contro i parti ed era stato governatore della Tracia, prima di essere nominato console nell’anno 119. Egli avrebbe sostituito il precedente governatore, Quinto Pompeo Falco, che era riuscito a porre fine a diverse ribellioni degli insorti britannici, ma in cambio di gravi perdite e continue rivolte tra le sue truppe. L’ultimo compito di Falco era stato quello di organizzare la visita dell’imperatore: dovevano essere sistemati migliaia di legionari, decine di dignitari appartenenti al consiglio dell’imperatore, centinaia di burocrati e funzionari dell’impero ed anche un distaccamento della guardia pretoriana e un altro della cavalleria batava.

Secondo Svetonio, la flotta romana salpò da Gesoriacum e sbarcò sul fiume Tyne, vicino a Newcastle, dove venne commemorata l’arrivo dell’imperatore con la costruzione di due altari, uno dedicato a Nettuno e un altro dedicato a Oceano. Da qui viaggiò sino a
Vindolanda, uno dei forti con cui i romani proteggevano la strada tra i Luguvallium e Corsopitum, e illustrò i suoi piani. Bisognava erigere una struttura invalicabile e sicura. L’imperatore volle che la costruzione fosse rinforzata con trecento torri, diciassette campi trincerati ed 80 forti che ospitassero guarnigioni in punti chiave di sorveglianza. Volle pure che si scavasse una fossa di dieci metri, nella sua parte settentrionale, e che si costruisse una strada sul lato meridionale per permettere gli spostamenti delle truppe. Anche a sud fu costruito un fossato con due terrapieni per proteggere il muro dagli attacchi in quel punto. I romani impiegarono 10 anni per costruirlo.

Sin dal 117, anno della sua ascesa al trono, Adriano fece i conti con disordini e ribellioni nella Britannia romana. Gli studiosi non sono d’accordo sulla reale portata della minaccia pitta. Perchè costruire un costosissimo muro lungo un confine scarsamente popolato per fermare piccole incursioni nemiche? Qualcuno ha ipotizzato che il muro potesse avere in realtà una funzione economica. Il muro sarebbe in realtà stato una barriera doganale in grado di garantire la riscossione delle tasse per merci introdotte nel territorio o esportate. Con le torri di avvistamento a breve distanza dai cancelli, i legionari di pattuglia avrebbero potuto annotare l’ingresso di merci e uomini, addebitando tasse doganali e frenando il contrabbando.

Il muro segnò il nord dell’Impero Romano fino alla costruzione del muro di Antonino Pio, eretto a circa 160 chilometri a nord nel 142 d.C.. Tuttavia quella prova di espansione fu fallimentare e, dopo continue incursioni dei pitti, fu abbandonato per volere di Marco Aurelio. Nel 208–211, l’imperatore Settimio Severo tentò di nuovo di conquistare la Scozia ed occupò temporaneamente il muro di Antonino Pio, ma ancor una volta la campagna militare si concluse in un nulla di fatto ed i romani dovettero riposizionarsi sul Vallo di Adriano.

 

 

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