Il palermitano Federico Carlo Gravina, capitano generale della Real Armada Española

Federico Carlo Gravina dei principi di Montevago, nacque a Palermo da una nobile famiglia di origini normanne. Suo padre era il principe Giovanni Gravina di Montevago, grande di Spagna, mentre sua madre era Eleonora Napoli, dei principi di Resuttano.

Arruolatosi nella marina spagnola nel 1776, fu capitano di fregata al comando della San Cristobal, nel 1782 partecipò all’Assedio di Gibilterra, passò quindi al comando della Santisima Trinidàd per la Battaglia del Capo Espartel e quindi prese parte alle operazioni contro Algeri e all’impresa di Tolone del 1793, durante la quale fu ferito gravemente. Continuò a combattere nonostante le sue gravi condizioni e fu riportato febbricitante su una barella con un ingresso trionfale nella città alla testa delle sue truppe. Il popolo gli offri una corona d’allora, profondamente colpito dal suo sacrificio.

Per i suoi meriti, nel 1800 venne nominato ammiraglio e, dopo l’alleanza della Spagna con l’Impero Napoleonico, partecipò nel 1802 alla spedizione di Santo Domingo. Dopo essere stato ambasciatore a Parigi nel 1805, combatté a Capo Finisterre guadagnandosi il plauso di Bonaparte. Di lui Napoleone disse: “Gravina è geniale e decisiva in combattimento. Se Villeneuve avesse queste qualità, il combattimento di Finisterre sarebbe stato una vittoria completa”.

Il suo brillante comportamento gli valse numerose promozioni. Fu considerato un genio della guerra navale sia dagli inglesi che dai francesi e ricevette la Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore e la Gran Croce dell’Ordine di Carlo III. Fu pure insignito delle Commende dell’Ordine di San Giacomo della Spada e dell’Ordine Militare di Calatrava.

Fu pure a Trafalgar, in qualità di viceammiraglio della Flotta Combinata e comandante dei 15 velieri spagnoli.

Napoleone intendeva invadere la Gran Bretagna con astuzia. Gravina fu posto sotto il comando dell’ammiraglio francese Villeneuve che diresse lo squadrone franco-spagnolo verso le acque dei Caraibi per ingannare la flotta inglese. L’obiettivo era spostare la maggior parte delle navi nemiche fuori dalla Manica per consentire la traversata ai 180.000 soldati di Napoleone in gran sorpresa. Villeneuve, contravvenendo al piano originario di Napoleone, volle chiudersi a Cadice. Questa mossa fece saltare tutto, i soldati francesi non si imbarcarono mai, mentre gli ammiragli di Spagna iniziarono un duro confronto con quelli francesi. Gravina fu molto chiaro: consigliò di attendere ormai a Cadice visto che i barometri annunciavano un violento maltempo, i francesi invece imposero di uscire dal porto. Alla fine si salpò. Era il 20 ottobre del 1805, il giorno dopo la flotta franco-spagnola fu sbaragliata dalla Royal Navy.

Federico Gravina ferito gravemente ad un braccio durante l’abbordaggio della sua nave, la Principe de Asturias, da parte di tre vascelli britannici che ne decimarono l’equipaggio. L’ammiraglio fu messo in salvo da un veliero francese, ma la sua ferita, non curata adeguatamente, lo portò nel giro di pochi mesi a spirare a Cadice.

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

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