Il Palazzo di San Giorgio prima del banco
Il Palazzo di San Giorgio a Genova sorse nel 1260, per volontà del capitano del popolo Guglielmo Boccanegra. A costruirlo fu il monaco cistercense Oliviero, proveniente dal Convento di Sant’Andrea di Sestri, e già autore dei rifacimenti del molo. La figura di questo architetto è assolutamente oscura, nulla si conosce della sua vita, ma indubbiamente aveva grandi conoscenze, soprattutto della tecnica di costruire nell’acqua perché entrambe le opere poggiavano le fondazioni in mare.
Rapidamente l’edificio assurse a simbolo della potenza marinara, militare e politica della città. Fu dunque casa del Comune, carcere, ufficio delle magistrature dei traffici portuali, della dogana e delle cosiddette “Compere”, enti incaricati della gestione dei prestiti in denaro fatti dai cittadini al Comune. Prima che, nel 1451, divenisse sede del banco genovese, il Palazzo di San Giorgio s’arricchì di trofei di guerra, ospitò principi e custodì prigionieri.
Una tradizione vuole che le pietre con cui fu costruito l’edificio provengano dal fondaco Pantocratore, di proprietà dei veneziani a Costantinopoli, pietre portate a Genova come trofei di guerra. Di ciò ne dà notizia il Giustiniani nei suoi Annali: “Del mese di maggio /1262/ venne di Costantinopoli la nave di Ansaldo d’Oria et portò nove che l’Impeatore havea dato a Genovesi in Costantinopoli un palazzo a modo di un castello molto grande, che già soleva essere de’ Venetiani et che Genovesi con gran furore haveano ruinato il palazzo infino a fondamenti et furono portate con la prfata nave delle pietre del detto palazzo delle quali ancora a questi tempi se ne vedono alquante in la fabria della casa di S. Giorgio”. Questa versione dei fatti è confermata dal Foglieta: “Nel principio della primavera dell’anno seguente, sessantesimo secondo di quel secolo, Ansaldo d’Oria, partito da Costantinopoli con la sua nave, venne a Genova portanto una lieta novella, che l’imperatore aveva donato a Genovesi l’ampio palazzo che i Veneziani haveano in quella città fatto a modo di un real palagio ed essi incontanente l’haveano abbattuto et rovinato e da lui furono consignate al Magistrato alcune pietre (le quali da Genovesi per vendicarsi di quello che da Viniziani era stato fatto ad Acone a rendere loro il cambio, furono mandate a Genova) tolte di quella rovina”.
La fonte primigenia di questa notizia è certamente la Cronaca dei Continuatori di Caffaro, ma si trattava di una consuetudine. In questo stesso palazzo, per esempio, rimase a lungo esposta la catena con cui era stata sbarrata l’entrata del Porto Pisano, recisa nella battaglia del 1290 e portata via come trofeo di guerra (catena poi restituita). Né si dimentichi che, dopo la vittoria di Chioggia del 16 agosto del 1379, i genovesi portarono a casa i Cavalli di San Marco e li destinarono ad arricchire il Palazzo di San Giorgio.
Le prime informazioni su questo palazzo risalgono al 1278 quando vi fu ospitato il Principe di Taranto: “Et quest’anno del mese di settembre Carlo Principe di Taranto, figliuolo del Re Carlo di Sicilia, con sei galere armate venne a Genova et fu ricevuto molto honorevolmente et fu alloggiato al Palazzo del Comune della Marina ch’oggi si chiama Palazzo di San Giorgio et fu benissimo appresentato dal Comune i cose pertinenti al mangiare et al bere, di panni di seta et d’ogni altra cosa”. Qui però fu ospitato anche Marco Polo, ma nelle prigioni: era il 1298 e l’illustre viaggiatore veneziano si ritrovava tra i 6000 prigionieri fatti a Curzola. Vi restò rinchiuso per circa un anno. E’ in queste prigioni Marco Paolo dettò al suo compagno Rusticiano da Pisa la relazione delle sue avventure passata alla storia col titolo de “Il Milione”.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Bibliografia: P. P., Il Palazzo di San Giorgio. Trofei di Guerra ed istituzioni di Pace