Il nuraghe di Barumini
Vicino a Barumini, in Sardegna, sorge il più noto nuraghe, un imponente complesso megalitico con una torre centrale circondata da altre torri ed un labirinto di mura, costruito ed evolutosi in un arco di tempo molto vasto. Ce ne parla Marino Corona in “Le civiltà preistoriche in Italia”.
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Sessantacinque chilometri a nord di Cagliari, in una posizione strategica particolarmente felice, in grado di controllare sia il cammino che dal golfo di Cagliari porta verso l’interno, sia i collegamenti con le due coste, l’occidentale e l’orientale, sorgono le rovine di un monumentale complesso archeologico. Si tratta del più importante e celebre dei nuraghi, cioè di quelle imponenti fortificazioni di cui sono stati ritrovati in tutta la Sardegna pià di settemila esemplari.
…il nuraghe di cui stiamo parlando, chiamato Barumi dal nome del villaggio che gli sorge vicino, è stato percorso, esaminato, studiato, analizzato in ogni sua parte nel corso degli ultimi decenni dall’insigne Lilliu che ne ha saputo ricostruire la struttura originaria tale e quale come se l’avesse vista lui stesso. Il problema è un altro. La storia dei nuraghi sardi e dei suoi abitatori copre un ampio arco di tempo, dal XII al VI secolo a.C., e in tutto questo tempo i vari nuraghi, hanno sbuto mutamenti, allargamenti, ulteriori fortificazioni; per questa ragione noi ci troviamo nell’impossibilità di dare al lettore l’immagine di questo originalissimo castello senza tracciare, nel contempo e almeno a grandi linee, la storia dei suoi sviluppi e del suo progressivo ampliamento. Distingueremo quindi, seguendo la metodologia del Moscati, tre fasi edilizie, succedutesi nel corso dei secoli…
Ecco il nuraghe più antico, risalente, come abbiamo detto, all’incirca al 1100 a.C.: esso, in questa fase, consiste esclusivamente in quello che potremmo definire un agguerrito castello di un potente capo-tribù locale; si tratta di un’alta torre che termina con una falsa cupola costruita con grossi pietroni; all’interno la torre racchiude tre grandi campere sovrapposte. Per salire da una camera all’altra si deve far uso di una scala a chiocciola scavata nello spessore interno delle mura della torre. E’ chiaro che questa costruzione poteva servire egregiamente a difendere i personaggi più in vista della comunità, ma che gli umili sudditi, gli abitanti delle capanne che dovevano sorgere tutt’intorno alla torre, rimanevano, di fronte al nemico, senza alcuna difesa.
Forse per questa ragione, o forse perchè con il progredire della tecnica bellica, erano sorte nuove necessità di difesa, alla fine del IX secolo e nella prima metà dell’VIII il nuraghe acquistò a poco a poco un nuovo volto. Intorno alla torre principale si costruirono infatti quattro torri più basse, unite fra loro da mura rettilinee, che racchiudevano un cortile sopraelevato, alto da terra 15 metri. Il muro più corto presentava a sud-est un’apertura protetta da due posti di guardi; era questo l’unico ingresso del nuraghe. Le quattro torri presentavano all’interno una sola camera dotata di due file di feritorie. E’ evidente che esse non danno lidea di essere state poste lì per poterscambiare con gli stranieri gentili sorrisi e profferte di ospitalità. Nel cortile si trovava un ampio pozzo profondo venti metri, che, in caso di assedio, avrebbe dovuto fornire acqua alla comunità, ormai abbastanza numerosa, che si fosse rifugiata nel nuraghe.
Ma fu la terza fase edilizia quella che introdusse i mutamenti più radicali nell’assetto del nuraghe e gli conferì l’aspetto di una smisurata fortezza. Parliamo del periodo che dalla seconda metà del VIII secolo giunge fino alla fine del VI, il periodo d’oro della civiltà nuragica: in quell’epoca ci si accorse che il vecchio nuraghe era insufficiente a proteggere la ricca comunità. unan uova cinta muraria, spessa tre metri, venne addossata alla prima, bloccando l’ingresso di sud-est e tutte le feritoie delle torri, lasciando in sua vece un’apertura a nord-est ma sopraelevata da terra, in modo da essere raggiungibile solo attraverso una scala mobile. Inoltre sia il terrazzo della torre principale, sia quelli delle quattro laterali, vennero ampliati e fatti sporgere all’esterno, sostenuti da grossi blocchi di basalo. su questi terrazzi si ponevano, in caso di assalto, i soldati muniti di grosse pietre che lasciavano cadere sulle teste dei nemici. Ma ancora non basta: l’intero complesso venne circondato da sette nuove torri, unite da una muraglia, che, aprendosi a tenaglia, consentiva un solo ingresso a sud-est.
…Sembrava che il nuraghe non dovesse conoscere mai l’onta e il terrore della disfatta, che mai, nei suoi cortili, nelle sue torri massicce, dovessero risuonare passi di genti straniere e voci non sarde dare ordini crudeli…