Il Forte di San Diego ad Acapulco

I Conquistadores, in cerca di un passaggio attraverso la costa del Pacifico, arrivarono ad Acapulco già nella loro prima spedizione, ma sembra che non prestarono molta attenzione al sito. Solo al tempo del Vicerè Luis de Velasco (1550-1564), Acapulco assurse a porto di fondamentale importanza nel Mare del Sud della Nuova Spagna.

Da qui le navi spagnole potevano arrivare a Manila e viceversa, da qui le navi potevano raggiungere il Perù, da qui potevano garantire pure la sicurezza di San Francisco, così il porto di Acapulco divenne il terminale della rotta del traffico con l’Est, il suo futuro era completamente legato agli interessi del commercio che la Spagna aveva nelle Filippine.

Questo porto non poteva essere paragonato all’importanza di Veracruz, era solo destinato a ricevere e inviare le imbarcazioni del sud-est asiatico e a mantenere protetta la costa del Pacifico e questo compito non fu particolarmente difficile, perchè Francia, Inghilterra e Olanda fronteggiarono l’egemonia spagnola nel Nuovo Mondo soprattutto attaccando nell’Atlantico.

A conseguenza di ciò, negli ultimi anni del XVI secolo, le principali fortezze nei porti della sponda est della Nuova Spagna erano già ben costruite, quelle del Pacifico no. Arrivare su queste coste era molto più difficile per gli europei, bisognava scegliere tra due lunghi percorsi: attraversare l’Atlantico ed entrare nel Mare del Sud attraverso lo Stretto di Magellano o lasciare l’Europa e raggiungere il Capo di Buona Speranza, passando alle Indie Orientali e da lì orientarsi verso le Americhe. A causa di questa enorme difficoltà, i porti spagnoli del Pacifico, anzitutto quello di Acapulco, furono sempre meno infastiditi dai nemici.

Ai primi del Seicento le cose cambiarono. Gli olandesi, in guerra con la Spagna nelle Fiandre, si lanciarono in continui attacchi pirateschi nei possedimenti spagnoli, in particolare sulle coste del Pacifico. Essi usavano navigare prossime ai porti in attesa del naviglio proveniente dalle Filippine e carico di ricchezze. Così, nel 1615, in considerazione della gravità della minaccia, il Viceré della Nuova Spagna e l’Audiencia del Messico, decisero di fortificare di Acapulco.

I piani originali della fortezza furono realizzati dall’architetto olandese Adrian Boot, colui che aveva realizzato il Forte di Veracruz. Questa costruzione prese il nome di Real Fuerza de San Diego, in onore del santo patrono del Viceré Diego Fernandez de Cordoba, ed era formata da cinque bastioni che definivano una forma imperfetta di pentagono: i bastioni Los Caballeros del Rey, El Principe, El Duque, Los Caballeros de Guadalcázar e El Marques.

Per le autorità questa fortezza fu solamente una dimostrazione di potere perchè gli attacchi al porto di Acapulco furono pochissimi. I pirati continuavano a non aver alcun interesse nell’attaccare una popolazione povera, erano solo attratti dalla possibilità di catturare, in quelle acque, le navi dalle Filippine. Tuttavia così fortificata, Acapulco diveniva implicitamente importantissima nella linea difensiva che si si estendeva da Valparaiso, Talcahuano, Valdivia e Callao, sino a San Francisco, in California, e a Manila. La fortezza fu destinata a proteggere l’approdo delle navi cariche di merci dell’Oriente e a inviare rinforzi in uomini e denaro in tutta l’area affidatale.

Acapulco divenne il centro dove convergevano le notizie provenienti da tutto il litorale del Pacifico e fu costantemente sottoposta a lavori di miglioramento. Ciò che ostacolò sempre tali opere furono le condizioni climatiche. Le piogge torrenziali distruggevano i fianchi del forte, i frequenti terremoti completavano l’opera. Anche gli insetti rendevano difficile la vita alle maestranze. Sotto Carlo III di Borbone, il vicerè Antonio María de Bucareli sfidò le avversità ed iniziò un rapido periodo di costruzione ad Acapulco, come negli altri porti della Nuova Spagna. Gli ingegneri Miguel Costanzo e Ramon Panon corressero il pentagono, regolarizzarono le mura, rafforzarono i bastioni. Pochi anni dopo, nel 1794, l’ingegnere Manuel Agustín Mascaró corresse il terrapieno e rese mobile il ponte sul fossato. Così, il Forte di Acapulco, si ritrovò con una capacità di duemila persone, disponibilità di cibo e acqua potabile per tutto l’anno, un convento, un ospedale ed una prigione.

Nesuno forse poteva immaginare che quel forte, divenuto inespugnabile, sarebbe caduto non per mano degli olandesi, ma per mano dei messicani stessi: durante la Guerra d’Indipendenza, infatti, gli insorti riuscirono ad impossessarsi della città, mentre le forze spagnole si rifugiarono nel forte per poi arrendersi a Jose Maria Morelos, el Siervo de la Nación, eroe dell’indipendenza messicana.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra
Bibliografia: M. Del Carmen Velazquez, La Real Fuerza de San Diego De Acapulco

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