Guglielmo Gonzaga ed il Monferrato
Il Monferrato fu un territorio sempre inspido per i Gonzaga duchi di Mantova.
Il Ducato di Mantova si formò a partire dal primo Quattrocento attorno al piccolo dominio dei Gonzaga, divenendo presto uno dei maggiori centri del Rinascimento ma soprattutto un fondamentale alleato della Spagna.
Posta in un sito strategico per le comunicazioni tra Impero e Papato, in uno sforzo di equilibrio politico tra Milano, Venezia e Roma, Mantova divenne lentamente una città inespugnabile, difesa dalle acque che la circondano oltre da una lunga cinta muraria. La sua forza però verteva, oltre che sull’aspetto militare, su quello diplomatico.
Dopo la Battaglia di Pavia, Federico II Gonzaga, figlio di Isabella d’Este e del defunto Francesco II Gonzaga, si era definitivamente schierato con Carlo V dopo un periodo in cui era stato Capitano delle Truppe Pontificie, carica concessagli da Leone X con la firma di un accordo che prevedeva persino l’eventualità di uno scontro con l’imperatore. Il documento in questione scomparve e da allora il Gonzaga si allontanò dal Papa sino ad abbandonarlo all’indomani del Sacco di Roma. In virtù di ciò, nel 1530, Carlo V gli concesse il titolo di Duca. Il favore imperiale non venne meno neppure dopo la rottura della promessa di matrimonio tra Federico e Giulia d’Aragona, zia di Carlo V, per consentire a Federico di sposare Margherita Paleologa per inseguire il sogno di possedere anche il Monferrato, di cui Margherita era erede. Effettivamente il Monferrato passò alla famiglia Gonzaga con l’avallo di Carlo V.
Anche il Cardinale Ercole Gonzaga, nella reggenza di Mantova al fianco del nipote Guglielmo, e suo fratello Ferrante, governatore di Milano dal 1546 al 1554, contribuirono a rinsaldare questa alleanza con la Spagna.
Quello del Monferrato, territorio importante, ricco, prestigioso, ma separato geograficamente da Mantova, e dunque difficilmente governabile per la casata dei Gonzaga, era stato occupato dai francesi e poi era tornato ai Gonzaga con la Pace di Cateau-Cambrésis. Tuttavia i monferrini avrebbero preferito essere governati da Emanuele Filiberto di Savoia, o da Ludovico, fratello di
Guglielmo. Fu in questo contesto che si delineò a Mantova una proposta destinata a riempire per decenni la corrispondenza tra le due corti, quella dello scambio tra il Monferrato e il Cremonese, territorio attiguo e dunque meglio controllabile dai Gonzaga.
Ciò non poteva che riscontrare l’ostilità dei Savoia che non potevano accettare un ulteriore insediamento spagnolo ai loro confini. Le cose restarono com’era ma il malcontento dei monferrini per la politica fiscale dei Gonzaga esplose in una aperta rivolta, che ancora una volta mostrava quanto fosse difficile governare un territorio lontano ed estraneo al nucleo originario del dominio gonzaghesco. I monferrini inviarono un proprio emissario all’Imperatore ed ottennero una conferma dei privilegi ma il Marchese di Pescara, spedito a negoziare da Filippo II, riporto tutto alla calma con la velata minaccia rappresentata dalla presenza di reparti
della cavalleria spagnola a fianco delle truppe mantovane.
La morsa fiscale che riprese a gravare su Monferrato preoccupava non poco anche il governatore di Milano, il Duca di Albuquerque, che invano cercò di mettere in guardia il Gonzaga: il malcontento sfociò in una congiura che, scoperta, diede l’occasione a Guglielmo di attuare una feroce repressione. Vespasiano Gonzaga, signore di Sabbioneta incaricato dal Duca di Modena di fare giustizia, fu spietato. Fu pure arrestato Flaminio Paleologo, figlio naturale del Marchese Gian Giorgio e ultimo esponente della famiglia che un tempo aveva governato il territorio Monferrato. Questi morì avvelenato in carcere, nonostante Filippo II avesse insistito per ottenerne la libertà.
L’appoggio imperiale garantitogli dal matrimonio con Eleonora d’Asburgo, sorella di Massimiliano II, permise a Guglielmo di ottenere la nomina a vicario imperiale per il Monferrato e, di fatti, la fine d’ogni pretesa sabauda. Nel 1576 fu nuovamente Filippo II a garantire a Guglielmo il suo possesso per far fronte alle pretese avanzate dal ramo francese di Gonzaga rappresentato ancora da Ludovico.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Bibliografia: D. Frigo, Il Ducato di Mantova e la Corte Spagnola nell’Età di Filippo II