Gli Este di Modena nel Settecento
Scomparso senza eredi Francesco II, sul trono ducale di Modena subentrò suo zio Rinaldo d’Este. Questi lasciò il porporato e nel 1695 si avvicendò quale nuovo duca. Trovò uno stato povero, campagne in preda alla carestia, casse completamente vuote, né l’aiutò il contesto internazionale, presto segnato dalla morte di Carlo II d’Asburgo.
Sposò Carlotta Felicita, figlia di Gian Federico, Duca di Brunswick-Luneburg, antica famiglia, diramazione degli Este, trapiantatasi in Germania. Carlotta, discendeva infatti da Guelfo IV d’Este, figlio cadetto di Azzo II, signore d’Este, e di Cunizza d’Altdorf, che, al principio del XII, era stato scelto dalla stirpe materna per dare discendenza ad una famiglia che non aveva più maschi giovani legittimi. Guelfo, insignito del titolo di Duca di Baviera, assolse il suo dovere con una discendenza abbondante da cui, nel 1180, era sorta la Casa dei Wittelsbach, e, nel 1235, anche il ramo di Brunswick-Luneburg. Il matrimonio tra Rinaldo e Carlotta fu dunque una sorta di riunione di rami antichi della stessa famiglia e fu felice e coronato da cinque figli.
La felicità nella vita privata non trovò mai pari felicità nella vita politica. In questo periodo turbolento, Rinaldo d’Este tentò di restare neutrale ma il suo territorio fu subito dilaniato dagli eserciti: Eugenio di Savoia prese il Forte di Brescello, i franco-spagnoli occuparono sia Modena che Reggio e il Duca fu costretto ad una precipitosa fuga, prima a Bologna, poi a Roma. Rientrò nei suoi possessi solo nel 1707, dopo aver affiancato gli austriaci nella presa del castello. Ne ottenne il Ducato di Mirandola ma non Comacchio che Giuseppe I, Imperatore d’Austria, gli aveva pure promesso ma che poi, dopo un contenzioso lungo diciassette anni con Roma, tornò alla Chiesa.
Nel 1734 arrivarono a Modena i francesi ed il Duca tornò a Bologna. Quando rientrò, per premiare la sua fedeltà, l’Austria gli propose di acquistare per 200.000 doppie Concordia, l’anno dopo gli concesse pure Novellara e Bagnolo. Pochi giorni dopo spirò.
Francesco III d’Este apprese della morte del padre, mentre si trovava in Ungheria, al comando delle artiglierie imperiali contro i turchi. Al suo rientro ricevette l’investitura ducale. Partecipò alla Guerra di Successione Austriaca dalla parte della Spagna che gli conferì il grado di Generalissimo servendo fino al 1747, ma il Ducato di Modena e Reggio, occupato dagli austro-piemontesi nel 1742, gli fu restituito solo nel 1748 con la Pace di Aquisgrana.
Si decise dunque a riavvicinarsi a Vienna e fece sposare sua nipote Maria Beatrce Ricciarda, figlia di Ercole, che invece aveva preso in moglie la Duchessa di Massa e Carrara, con l’Arciduca Ferdinando d’Asburgo-Lorena, terzogenito di Maria Teresa d’Austria ed ottenne la carica di Amministratore e Capitano Generale della Lombardia. Si trasferì dunque a Milano e vi restò sino al 1764, poi a Varese.
Fece redigere, primo in Italia, un codice di leggi, il famoso Codice Estense del 1771, capostipite di tutte le codificazioni dell’Ottocento; aprì la Biblioteca Estense; costruì l’Albergo dei Poveri e l’ospedale, costruì pure una strada che attraversava il Frignano e la Garfagnana unendo finalmente quei territori a Modena e Massa. Tuttavia, a differenza del padre, visse un rapporto matrimoniale tutt’altro che armonioso.
Sua moglie, Carlotta Aglae d’Orleans non l’apprezzò, né amò Modena, anzi la considerò gretta e provinciale rispetto alla corte di Francia. L’atteggiamento di Carlotta non stupì, in gioventù era fuggita dal convento benedettino di Chelles, s’era sempre mostrata bizzosa ed eccentrica, aveva sempre frequentato assiduamente feste e balli, puntava ingenti somme al gioco ed era sempre apparsa in pubblico con un abbigliamento spregiudicato. Francesco tentò di accontentarla erigendo per lei a Rivalta una meravigliosa villa a somiglianza della Reggia di Versailles ma Carlotta si mostrò irriconoscente ed incontentabile e poco dopo l’abbandonò tornandosene a Parigi. Il duca allora intrattenne una relazione con Teresa di Castelbarco, che poi sposò, e quando rimase vedovo, si unì a Renata Teresa d’Harrach. Ebbe numerosi figli illegittimi, tra cui Francesco Maria e Federico che assunsero il cognome Tesde.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Bibliografia: N. Roio, L’arte a Modena nel Settecento; E. Barbolini Ferrari, I Duchi di Modena Capitale