Gli edifici torinesi distrutti nell’assedio del 1706

Antonio Manno, autore di Relazione e documenti sull’assedio di Torino nel 1706, ci consegna un elenco dettagliato di tutti gli edifici torinesi distrutti nell’assedio del 1706.

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Agli otto maggio cominciarono i Francesi a mandar bombe sopra Torino, e continuarono poi, quasi senza interruzione, e di giorno e di notte a lanciarne una fitta gragnuola sino a che furono costretti a levare l’assedio. Non risparmiavano i luoghi sacri, anzi il Santuario venerato della Consolata fu bersaglio perenne dei loro mortaj. Avvisarono il duca che poteva far partire le principesse, ma avuta una risposta degna di sì fiero principe, anche verso il palazzo reale dirizzarono i colpi.

Trovai un editto del generale Daun col quale proibiva, con gravi pene di ritenere o di comperare le bombe e gli altri projettili che cadevano in città, e che tutti li portassero da certi mercanti Tenca e Resca i quali come deputati a tale compera dal Consiglio dell’artiglieria, pagherebbero:

le bombe grosse intere                                L. 2 ognuna

quelle piccole                                                   soldi 25 ‘’

i rottami.                                                            10 ogni rubbo

le palle da getto oltre libbre 20                  5 caduna

le altre di minor peso                                    3.4 ‘’

Un cronista notò che dei soli frantumi i soldati col rivenderli, n’ebbero un vantaggio di meglio che otto lire a testa (Rosingana).

Feci nota, da diari inediti, dei danni che capitarono per questo flagello agli edifizi di Torino. Parmi curios0, se non altro, ricopiarla.

Palazzo Ducale. Le scuderie vennero incendiate, per quasi una buona metà, da una palla infocata (24 giugno). Una bomba nel giardino di S. A. R. (12 luglio). Scoppiavane un’altra presso al Padiglione che chiudeva la piazza Reale (9 agosto).

Palazzo Madama. Una bomba ruppe vicino alla Provvisioneria di Madama Reale e diroccò quasi la casa (30 giugno). «Non più lontano di tre trabucchi dalla garitta avanti cui stava passeggiando la sentinella d’ordinanza, la quale nel scoppiar della bomba si è gettata nel fosso avanti detto palazzo; quale fu poi messa al crottone per aver abbandonato il posto (12 luglio)» (Soleri).

Palazzo Carignano, «Li 11 (agosto) è entrata una palla « nella porta del palazzo del Serenissimo di Carignano, qual « da terra ha colpito in una colonna a mano sinistra, et ha « fatto saltar alcune scheggie, dalle quali è stato ferito « leggiermente il signor procuratore Emanuel » (Soleri).

Agliaudo (casa di Giambattista), dei decurioni di Città, zio del primo conte di Tavigliano (31 agosto). Agostiniani (PP.) Tutte e due le loro chiese (21 giugno, 26 luglio).

Albert (casa di Giovanni) presso alla Torre della polvere. Danno grave e due morti (21 luglio).

Andreis (casa del signor) (21 giugno).

Angiono (casa dell’auditore Giuseppe Felice). Intendente generale delle strade (8 maggio),

Arbaudi (casa del procuratore Giovanni Bartolomeo), dei decurioni di Torino (30 luglio).

Arcore (Harcourt) (casa del conte) presso a S. Maria di Piazza. La visitarono le bombe il 3 luglio e nuovamente il 19 agosto nel quartiere appigionatovi da don Comba «e la bomba ha ucciso più di trenta galline che ivi erano retirate».

Armano di Grosso (casa del conte e senatore) (28 luglio). Arpino (casa del medico e cavaliere Gianfrancesco) (25 luglio).

Astesano (casa dell’avvocato) (20 luglio).

Avandero (casa del mercante) (12 luglio e 5 agosto).

Barberis (casa del signor) (27 luglio).

Barnabiti (PP.) Colpiti nella chiesa di San Dalmazzo (21 giugno) e nel collegio (28 luglio).

Bechis (casa del signor) (10 agosto).

Benso di Cavour (palazzo del marchese) « in via delle Pattère » (12 luglio).

Berlenda (casa) (29 luglio).

Berlia (casa del mastro uditore Gianfrancesco) stipite degli estinti conti della Piè (15 agosto).

Bianco di S. Secondo (casa del conte) nel quartiere dato a pigione alla baronessa di Fenils. Scoppio con rovina totale (26 giugno).

Biandrate di S. Giorgio (palazzo del conte) (15 agosto).

Bistorto (casa del signor) (31 luglio).

Bonello (casa di Guglielmo Antonio) mercante di tele cerate in via dello Scudo di Francia, con rovina di due piani (29 giugno).

Bronzini (casa) (10 agosto).

Brucco (casa dell’auditore) (31 agosto).

Busano (casa del chirurgo) tutta diroccata (21 luglio).

Cacherano (palazzo del conte) visitata due volte (23 e 25 luglio) oltre ad un abbaino portato via (14 agosto).

Canalis di Cumiana (casa del conte e senatore) colpita da una bomba (9 luglio) e poi danneggiata forte da un pietrone pesante 8 rubbi lanciatovi dai mortai francesi (7 agosto).

Canera di Salasco (casa dell’abate) incendiata (29 giugno).

Canera di Salasco (palazzo del conte Luigi Francesco) (5 agosto).

Capris di Cigliè (palazzo del conte) (24 luglio).

Carceri episcopali, attigue alla chiesa di Santa Chiara (21 luglio).

Carceri senatorie, colpite in una segreta (19 luglio) e poi nuovamente danneggiate (24, 25 luglio).

Carelli (casa dell’auditore) in via di S. Rocco (3 luglio).

Carlo (chiesa di San). Le bombe spaccano 4 sepolcri (5 agosto).

Carroccio (casa del conte) (3 agosto).

Cauda di Caselette (palazzo del conte) primo Presidente di Camera (9, 26 luglio).

Chiara (chiesa e monastero di Santa). Una bomba perforando la porta va ad aprirsi nell’organo e mette tanto scompiglio nelle monache, che fretta fretta fanno uscire le educande e le fanno riparare al monastero del SS. Crocifisso (23 luglio). Nuova visita nel coro (31 luglio).

Cistercensi (Monaci) della Consolata. Una ne cade in giardino (25 giugno), un’altra in certa camera sopra il coro (21 luglio) ma spaccandosi fe rovinar alcuni mattoni sopra il letto di un monaco che vi dormiva, ma senza che ne ricevesse danno. «Intorno alla cappella della Vergine girano molte cannonate ma essa Vergine si difende da sè con ammiratione di questi cittadini » (18 luglio) (Rosingana). Nuovi colpi, ma nissun danno in un corridoio (23 luglio), in chiesa (29 luglio), in un dormitorio (30 luglio), ad una finestra (2 agosto).

Closio (casa del medico) (23 luglio).

Colomba (palazzo del banchiere) che di poi fece tanto chiasso per un celebre suo fallimento. Vi trassero sopra quattro volte (3, 14, 27 luglio, 6 agosto).

Croce (chiesa di Santa) (25 giugno, 24 luglio).

Dellala v. Trotti.

Dentis (palazzo del conte) bersagliato sette volte (25, 26, 30 giugno; 2, 10, 12, 27 luglio).

Domenicani (PP.) Nelle stanze del S. Officio (21 luglio) e nel giardino (27 luglio).

Duchi (casa del conte) (5 agosto).

Durando (casa dell’acquavitaro), avo e bisavo dei due conti di Villa, letterati (25 giugno).

Faccio (casa del banchiere) (11 agosto).

Falcombello del Melle (casa del conte) (27 luglio).

Fantini (casa della vedova) (11 agosto).

Fetia (casa del conte Carlo Giuseppe) (13 luglio).

Ferraris (casa del conte) dirimpetto a S. Dalmazzo (2 settembre).

Feys (casa di monsù) (9 luglio).

Fiando (casa del) (25 luglio).

Filippa di Martiniana (palazzo del conte). Vi rovesciò i granai (21 luglio).

Francesco di Paola (Tetti della spezieria di S.) (11 agosto).

Francesco (chiesa di San). Nel coro (24 giugno), in convento (9, 23 luglio), avanti la porta maggiore (11 luglio).

Frichignono di Quaregna (casa del conte e presidente) (7 luglio, 28 agosto).

Galliziano (casa del), mercante di ferrami, poscia ricco appaltatore, quindi nobile e feudatario (25 giugno).

Gambarana (casa un dì del cavaliere) (2 luglio).

Gariglio (casa del segretario) (25 giugno).

Gattinara (casa di madama) (30 luglio).

Gay (casa del conte) presso a San Domenico (21 giugno).

Gay (casa detta del) vicino alla via dei Pelliccieri (2 luglio).

GaIzelli (casa del conte) (26 giugno).

Gesuiti (PP.) Forse i più provati, soffrirono non meno di quattordici bombe; in chiesa (21 giugno, 25 luglio), una s’aprì nell’altare maggiore (25 giugno), altra in refettorio (26 giugno), in cortile (30 giugno), molte nel collegio (24, 25 luglio, 3 agosto).

Gianolio (casa dello speziale). Tre volte (24, 26 giugno, 27 luglio).

Giovanni (cattedrale di San). «Una palla è entrata in Domo, ha rotto la porta, e colpito una donna et un figliuolo il quale alla sera morse» (25 giugno) (Rosingana).

Giusiana (casa dell’auditore) (25 luglio).

Goffi (casa degli eredi) (27 luglio).

Gonetto (casa del signor) (24 giugno).

Graneri (palazzo del marchese) dove abitava il generale DAUN. Un proietto passando per la finestra della cucina uccise un uomo e due ne ferì (30 luglio). Una palla colpì e frantumò lo stemma che vi era sul portone (10 agosto).

Gromis (casa del conte) «Una bomba non ha scoppiato, ma si è fermata sopra il letto della serva » (8 maggio) (Soleri).

Gromo di Ternengo (casa del Conte) (9 luglio).

Gromo (casa dell’auditore) (30 luglio),

Imberti (casa del procuratore) (30 giugno, 24 luglio).

Innominati vari. Nello spaccio di acquavite dirimpetto alla portina di S. Domenico (2 giugno). In una casa in via dei Pellicciai : « vicino ai piccoli portici che restano in fondo della contrada (21 giugno) ». Nella casa dopo all’osteria della Griotta (amarina) (24 giugno), Dal libraro che tiene bottega sotto ai portici del palazzo di Città (26 giugno). Nelle cantine della casa che sorge davanti a quella del conte Ferraris (30 giugno).

Lamberti (casa del signor) con morte di una e ferite a due persone (25 giugno).

Leone (casa del primo Presidente) (8 maggio).

Lio (casa del signor) (8 agosto).

Lodi (casa del contadore conte) (8 maggio, 26 giugno). « Quelques bombes des plus volontaires, pour ainsi dire, s’échappent pour venir se promener dans la ville: il y en a eu parmi celles-là deux fort insolentes: dont « l’une fut assez effrontée pour aller fourrer son nez dans les papiers et les rôles de Monsieur le Contador, et « l’autre eut l’audace d’insulter, sans respect, à la dignité « du premier Président de notre Sénat » (Lettera del conte della Margarita, giugno 1706).

Lorenzo (chiesa di San). Avanti la porta minore (26 luglio).

Losa (casa del conte) (21 giugno).

Maillard de Tournon (palazzo del marchese) (25 giugno).

Mangiardo (casa detta del) (24 luglio).

Marchetti (casa) scoppio che uccise otio persone (10 luglio).

Marchisio (casa del banchiere) (21 giugno).

Maria di Piazza (chiesa di Santa). Tanto in chiesa che nel convento (14, 21 luglio).

Marone (casa del signor) (5 agosto).

Martin (casa del vassallo e banchiere) (21 giugno).

Martino d’Agliè (palazzo del conte San) (19 luglio).

Martino Provana di Parella (casa del conte San) (9 luglio).

Martino di San Germano (palazzo del marchese San) (8 maggio).

Massena di Cavagnolo (casa del conte) (21 giugno).

Mercandino (casa del procuratore) (27 giugno).

Montalieri (casa di) vicina a Santa Croce. Tutta la rovesciò, schiacciandovi una persona (31 luglio).

Monte di Pietà (5 agosto).

Moschino (casa del pellicciere) (23 luglio).

Muratore (palazzo del conte) (24 luglio, 2 settembre).

Nomis (casa del conte) dietro a S. Francesco d’Assisi) (11 luglio).

Operti (casa del conte) (12, 25, 27 luglio), di una fu spenta la violenza dall’esser caduta sopra una materassa.

Orfane (casa delle) (30 giugno) e nel giardino (30 luglio).

Ospedale di S. Giovanni (31 agosto).

Osteria della Griotta (10 giugno).

» della Stella (25 luglio).

» delle Tre Colombe (26 luglio, 5 agosto).

» dei Tre Gigli (27 luglio).

» delle Tre Pome (27 luglio).

» di San Carlo (27 luglio).

» dello Speron d’Oro (3 agosto).

» del Violino (3 agosto).

» della Rosa Rossa (28 agosto).

Pallavicino (abitazione del Presidente) (9 luglio).

Pasta (casa del cavaliere) (31 agosto).

Pastera (casa dello speziale) (27 luglio).

Pastoris (casa del conte e senatore) (9 luglio, 2 settembre).

Perona (casa del conte) (24 luglio).

Piccono (casa del mastro uditore) padre del primo conte della Valle di Mosso (21 luglio).

Piossasco di Beinasco (casa del conte) (7 luglio).

Piossasco di Mone (casa del conte) (26 giugno, 27 luglio).

Pizia (casa del vassallo) (25 giugno).

Prono (casa dell’auditore). Ne fu incendiata (31 agosto).

Provana (casa del famoso Monsù Druent) (24 giugno).

Quaglia (casa del signor) con un morto ed una donna ferita (29 luglio).

Re (casa dell’ingegnere). Gravi danni (23 luglio).

Re (casa dello stimatore) (30 luglio).

Robbio (casa dell’abate) avanti a S. Francesco (26 giugno).

Rocco (Chiesa di San). Colpita la cupola appunto nel dì della festa titolare (16 agosto).

Rolando (casa dell’avvocato) (26 giugno, 30 luglio).

Rolando (casa del fu senatore) (15 agosto).

Rombelli (casa del patrimoniale) (7 luglio).

Sacco (casa del procuratore) (5 agosto).

Scaglia di Verrua (palazzo del conte) (25 luglio).

Scherer (casa del signor) (9 luglio).

Selopis (casa) presso a S. Rocco (2 luglio).

Senato. « Una bomba cascò in Senato e non crepò, e fu subito portata alla Consolata » (24 luglio) (Rosingana).

Sessa (casa del notaio) (18 luglio).

Simeone (palazzo del Presidente). Quattro rovine (8 maggio, 21 giugno, 25, 30 luglio).

Solaro della Chiusa (palazzo del marchese) (25 giugno).

Solaro di Dogliani (palazzo del marchese). Vi uccise un cavallo e mandò in frantumi tutte le invetriate (3 agosto).

Solaro di Moretta (casa del cavaliere) (11 agosto).

Tarino (casa del conte) (13 luglio).

Teresa (PP. di Santa). Nel convento (5 agosto) e nel giardino (15 agosto).

Tomaso (Chiesa di San). Nel convento con morte di cinque persone (11 luglio) e nuovamente in chiesa con rovina dell’altare di S. Lucia (19 agosto).

Tonso (casa che fu del tesoriere) (28 agosto).

Torino (casa della città di) di fronte al Corpus Domini (28 luglio).

Torrini (casa del protomedico) (9 luglio, 5 agosto).

Trotti (casa) ossia Dellala, presso all’osteria dei Tre fiordalisi (3, 25 luglio).

Walier (abitazione dell’attuaro) (23 luglio).

Vercellis (casa del conte) vicino ai Gesuiti; nella quale poi servirà, come valletto, Gian Giacomo Rousseau. Un uomo e due bambini morti (8 marzo) e nuovi colpi (29 giugno).

Verdina (casa dei conti) (15 agosto).

Vittone (casa del mercante) (25 giugno).

 

 

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