Bologna sotto Napoleone
La città di Bologna rimase nello Stato Pontificio fino al 1796, quando con Napoleone giunsero le truppe francesi.
Napoleone dichiarò decaduto il governo pontificio e affidò i poteri al Senato cittadino. Bologna fu così inserita nella Repubblica Cispadana. La città fu proclamata centrale della Repubblica e sede del Direttorio.
Una legge del “24 Annebbiatore, anno VI repubblicano”, cioè, del 14 novembre 1797, stabilì che il Comune di Bologna dovesse avere quattro organi dotati di competenza amministrativa.
La città venne quindi suddivisa in quattro circondari dalla strada che va da Porta San Felice a Porta Maggiore e dalla strada che andava da Porta San Mamante alla Piazza e di qui all’antico Campo Magno poi detto Montagnola, la Via Malcontenti ed il Guazzatoio. Ciascuno dei quartieri corrispondeva ad una delle quattro municipalità ed era capoluogo di un diverso circondario.
Il I circondario, detto di San Francesco, comprendeva, oltre la propria porzione del Comune di Bologna altre 24 comunità risalendo il Reno sino a monte di Praduro e Sasso.
Il II circondario, detto di San Domenico, comprendeva altre 35 comunità principalmente nelle valli del Savena e dello Zena.
Il III circondario, detto di San Giacomo, comprendeva altre 24 comunità, principalmente ad est di Bologna e a nord della via Emilia.
Il IV circondario, infine, quello detto di Santa Maria Maggiore, comprendeva altre 13 comunità principalmente ad ovest della città e a nord della via Emilia.
Il 27 luglio i territori della Cispadana furono però annessi alla Repubblica Cisalpina, nata il 9 luglio con capitale Milano, e Bologna perse il suo ruolo centrale. Tuttavia la soppressione degli ordini religiosi, e la confisca dei loro beni, iniziò a trasformare definitivamente la città medioevale avviandola alla modernità: il Convento dei Certosini divenne cimitero, il Convento di San Giacomo divenne un liceo musicale, la Chiesa di Sant’Ignazio divenne l’Accademia delle Belle Arti, il Convento di Santa Maria Maddalena lasciò il posto all’Arena del Sole.
Autore articolo: Angelo D’Ambra