L’amnistia di Pio IX

Lo storico Giorgio Candeloro, docente di Storia del Risorgimento a Pisa e Catania, poi partigiano, descrive le esultanze popolari per l’amnistia concessa da Pio IX.

 

La sera del 17 luglio 1846, appena i manifesti con l’editto d’amnistia furono affissi per le vie di Roma, gruppi di cittadini cominciarono a dirigersi verso il Quirinale per esprimere a Pio IX la gratitudine generale. Alle nove di sera un’immensa moltitudine gremiva la piazza agitando migliaia di fiaccole (che un oste di Ripetta, Angelo Brunetti detto Ciceruacchio aveva provveduto a comprare e a distribuire) e acclamando il papa, che dovette affacciarsi al balcone e benedire la folla. Nei giorni successivi le dimostrazioni si rinnovarono con crescente intensità: il giorno 19 la folla staccò i cavalli dalla carrozza del papa, che ritornava al Palazzo dopo una cerimonia religiosa, e la trascinò fino al Quirinale sotto una pioggia di fiori e in mezzo a nuove grandiose acclamazioni; di nuovo Pio IX si affacciò al balcone e benedisse il popolo riunito nella piazza. Né minore fu l’entusiasmo popolare nelle altre città dello Stato, appena vi giunse la notizia dell’amnistia: a Bologna vi fu una prima grande dimostrazione il 21 luglio e due giorni dopo sulla Piazza Maggiore un coro di duecento cantanti accompagnati da altrettanti suonatori eseguì un inno in onore di Pio IX, musicato per l’occasione da Gioacchino Rossini, che diresse personalmente l’esecuzione. Dovunque, nelle piazze, nei teatri, nelle chiese si acclamava Pio IX: mai nei tempo moderni la figura di un pontefice era stata circondata da una simile atmosfera d’entusiasmo. I detenuti politici firmarono tutti, senza troppo riflettere, la richiesta dichiarazione di fedeltà e uscirono dalle carceri determinando col loro arrivo nelle città e nei paesi d’origine nuove manifestazioni di solidarietà e d’allegrezza. Soltanto alcuni esuli, che giudicarono con calma la dichiarazione di fedeltà prescritta per il rientro, riscontrandovi quasi il riconoscimento di passate colpe, rifiutarono di sottoscriverla. Così, tra luminarie e fiaccolate, cortei e dimostrazioni, inni ed acclamazioni, nasceva il mito di Pio IX.

 

 

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