La nave-scuola Amerigo Vespucci

L’Amerigo Vespucci fu varata nel 1931, nel giorno in cui, nel 1522, moriva il navigatore da cui la nave prese il nome. Da allora, ha attraversato i mari di tutto il mondo fino a diventare uno dei simboli d’Italia

Lunga 101 metri, larga 15,5, con un pescaggio di 7,3 metri e un dislocamento di circa 4.000 tonnellate è universalmente conosciuta come la “Nave più bella del Mondo”.

La decisione di costruire l’Amerigo Vespucci venne assunta nel 1925, per sostituire un precedente omonimo incrociatore a motore e a vela.  Il tenente colonnello del Genio navale Francesco Torundi, nel disegnarne le forme, si ispirò a quelle di un vascello della fine del Settecento. Per costruirlo al Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia si lavorò notte e giorno, a ciclo continuo con cottimi e straordinari, e nel giro di due anni, la Vespucci fu pronta, cosa insolita per l’industria cantieristica italiana dell’epoca, afflitta da tempi di allestimento troppo lunghi.

Il 22 febbraio 1931 la signorina Elena Cerio, figlia diciannovenne del colonnello Oscar Cerio, direttore del cantiere campano, ebbe l’onore di essere la madrina del varo della nave scuola.

Impostata il 12 maggio del 1930, scese in mare il 22 febbraio del 1931 e, nell’aprile, il comandate dell’Accademia di Livorno, che era l’ammiraglio Domenico Cagnari, ebbe il permesso per usarla nelle celebrazioni per il cinquantenario dell’istituto. Il 4 luglio di quell’anno partì così protagonista una crociera con tappe a Londra, Kiel, Brst, Amsterdam, Danzica, accanto alla gemella “Colombo”, entrata in linea nel 1928, col suo primo comandante, il capitano di vascello Augusto Raadicati di Marmorito, un nobile piemontese.

Da allora la nave scuola ha compiuto un’infinità di campagne addestrative nei mari di tutti i continenti, con a bordo i cadetti dell’accademia livornese, costituendo con la Colombo la “Divisione Navi Scuola” al comando dell’ammiraglio Cavagnari.

La sua prima traversata oceanica avvenne nel 1933, con sosta a Gibilterra, dove fu salutata dall’ammiraglio Andrew Cunningham, futuro triste protagonista per la marina italiana. Poi si diresse a New York. Dal 194o la nave fu confinata nell’Adriatico, l’8 settembre, con la sorella Colombo, fu sorpresa mentre veleggiava tra Venezia e Trieste con 261 allievi. Ricevette l’ordine di proseguire per Brindisi e tutto filò liscio. In seguito la coppia fu impiegata per servire sommergibili. Non ricevette danni di guerra ma dopo la resa, il trattato di pace obbligò l’Italia a ridurre di nove decimi la flotta e l’Urss volle la Colombo, insieme a due nostri incorciatori ed alla corazzata Giulio Cesare. Rimasta sola, la Vespucci entrò nel mito.

Nel 1951 compì la seconda traversata con visita ad Annapolis, sede dell’ateneo marinaro statuinitesne, e poi toccò ancora New York. Da sola ripetè una terza traversata oceanica nel 1952 con Rio, San Paolo, Montevideo, Buenos Aires dove il presidente Peron che salì a bordo nelle acque del Plata. Seguì subito un quarto viaggio americano, tra Venezuela, Giamaica e Florida.

Il suo elegante scafo incanta per il caratteristico colore bianco e nero e gli oblò che ricordano le linee delle batterie dei cannoni dei vascelli; dettagli dorati, tra cui la polena a prua, che rappresenta Amerigo Vespucci, completano l’immagine di grande bellezza.

La Vespucci ha recentemente effettuato l’ammodernamento delle capacità operative di bordo e soprattutto l’adeguamento delle sistemazioni logistiche agli standard di vita moderni. È stato sostituito l’apparato propulsivo e di generazione elettrica, dotando l’unità anche di una nuova elica e nuovi sistemi di piattaforma, più efficienti e rigorosamente orientati alla tutela dell’ambiente.

Si calcola che ad oggi abbia percorso un milione di miglia. Oltre a numerose brevi campagne nel Mediterraneo, ha effettuato ben 79 Campagne di Istruzione, di cui 42 in Nord Europa, 23 in Mediterraneo, 4 in Atlantico Orientale, 7 in Nord America, 1 in Sud America e 2 nell’ambito dell’unica circumnavigazione del globo, compiuta tra il maggio 2002 ed il settembre 2003, periodo nel quale la nave è stata coinvolta nelle attività connesse con l’edizione della America’s Cup del 2003 in Nuova Zelanda.

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

 

 

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