Albino, un cavallo “eroe di guerra”
Albino fu un cavallo “eroe di guerra”. Partecipò alla campagna di Russia e in particolare alla carica di Isbuscenskij e lo Stato italiano gli attribuì una pensione. Traiamo questa storia da “Un eroe di guerra”, articolo presente in Il mio cavallo numero 9/2005.
***
Nel giugno 1941 il reggimento di cavalleria ‘Savoia Cavalleria” si trovava in Bosnia. Stava per rientrare in patria e i soldati e gli ufficiali facevano progetti, il desiderio di ritornare a casa era forte, quando, il giorno 22 giugno alle ore 14 precise, il caporale Ferruccio Marino, addetto alla radio, recepì dal gracchiante apparecchio una notizia che aveva dell’incredibile: l’Italia entrava in guerra al fianco dell’alleata Germania contro la Russia… In questa folle impresa anche i cavalli e i muli seppero scrivere pagine memorabili…
Un cavallo li ricorda tutti: Albino, reduce dalla campagna di Russia, partecipe della carica di Isbuscenskij…
Albino, castrone, baio ciliegia, piccola balzana al posteriore destro, stella in fonte, apparteneva alla classe 1932. Fu assegnato da puledro, come cavallo di squadrone, al terzo Reggimento ‘Savoia Cavalleria’, presumibilmente nel 1936.
Partecipò anche a piccoli concorsi ippici dimostrando capacità atletiche. La guerra però interruppe questa carriera; ha partecipato alla campagna di Jugoslavia e poi quella di Russia. Era in forza al 2° squadrone, comandato dal capitano De Leone. Dopo il conflitto, rientrato dalla Russia fortunatamente sano, anche se un po’ acciaccato a causa delle ferite riportate e dalla fatica, venne ‘congedato’.
Di lui non si ebbero più notizie. Nell’immediato dopoguerra però il colonnello Bettoni e lo stesso capitano De Leone trovarono a Somma Lombardo il 25 febbraio 1946 alcuni cavalli che erano appartenuti al Reggimento ed erano andati dispersi dopo i tragici eventi dell’8 settembre. Tra questi, in modo inequivocabile, riconobbero Albino, utilizzato ora da un contadino a trainare il carretto. Fu immediatamente ricomprato da alcuni ufficiali, ‘riarruolato’ e riportato, come dono, alla caserma di via Monti a Milano con tutti gli onori che competono a un eroe. Venne pure interessato il Ministero della Difesa che gli accordò per tutta la vita una speciale pensione. Si tratta del solo vitalizio concesso ad un animale da parte dello Stato.
Albino divenne presto una istituzione. Di lui scrissero tutti i giornali. Ogni giorno il postino gli consegnava lettere e biglietti pieni d’affetto. Per non fargli pesare la solitudine gli offrirono la compagnia di Mariolino, un asinello sardo…
Il pensionato dello Stato italiano morì il 21 ottobre 1960. Il suo corpo fu imbalsamato per essere sistemato nel museo del Reggimento. Mariolino fu preso da una crisi depressiva… Morì dopo tre giorni raggiungendo così l’amico nei pascoli del cielo.