Musicisti italiani in Polonia

Quando re Sigismondo fondò a Cracovia un istituto di studio delle melodie sacre, si rivolse a maestri italiani tra i quali Diziano Balli, musicus regius, Caetani, maestro della Cappella di Corte, e Stefano Monetari. Il re, sposato, in seconde nozze, all’italiana, Bona Sforza, nutriva un’immensa passione per la musica e fu affascinato dal seguito di cantori e suonatori di liuto che sua moglie portò da Napoli.

Anche Enrico III di Valois portò in Polonia artisti italiani e francesi e Stefano Bathory, che gli successe al trono, rinnovò il tradizionale interesse della corte polacca per la musica italiana dedicandosi al canto con maestri come Luca Marenzio, che i polacchi chiamavano il Dolce Cigno, il Divino Compositore.

Con Sigismondo III, primo sovrano polacco della Casa di Wasa, svedese, ancora musicisti italiani animavano la Cappella reale. La diresse a lungo il prete Alessandro Cilli, di nobile famiglia pistoiese, poi gli successe il maestro Asprilio Pacelli autore di un inno in onore di San Stanislao, patrono della Polonia. Pacelli fu una figura importantissima a corte e alla sua morte, avvenuta il 4 maggio 1623, il re gli fece innalzare un sontuoso monumento nella Cattedrale di Varsavia. Fu sostituito da Marco Scacchi, nativo di Gallese, ma in quegli anni numerosi erano i musicisti italiani. Si ricordano tra gli altri Fabrizio Tiranni ed il friulano Fulvi Antonio.

Fu soprattutto sotto Ladislao IV che la musica italiana raggiunse l’apogeo in Polonia. Giovanissimo, dotato di vasta cultura e grande amante dell’arte, di ritorno da un viaggio in Italia nel 1616, quando ancora non era re,  aveva portato in patria il gusto per l’opera italiana che aveva potuto conoscer a Firenze, durante un suo breve soggiorno alla Corte Medicea, quando il Granduca fece rappresentare in suo onore La liberazione di Ruggiero dall’Isola Alcina, parole di Ferdinando Saracinelli, musica di Francesco Caccini. Fu sempre legato a questo dramma e lo fece spesso rappresentare in Polonia, assieme alla tragedia La Regina Sant’Orsola, con musica di Marco da Gagliano, e poi alla Galatea ed alla Fama Reale ovvero il Principe Trionfante Ladislao IV, musica di Pietro Elerti.

In quegli anni l’orchestra della Cappella si componeva di cinquanta musicisti, per la maggior parte italiani ed italiano erano il maestro, Marco Scacchi e la prima donna Margherita Cattaneo. Furono rappresentati Dafne cangiato in Lauro, di Geremia Pascati, il dramma sacro Giuditta, del marchese Francesco Bibboni, gentiluomo di camera del Re, e, per l’occasione delle nozze di Ladislao con l’arciduchessa Cecilia Renata d’Austria,  la Santa Cecilia, opera in musica di Scacchi, versi di Puccitelli, segretario del re. A quest’opera fece seguito la rappresentazione del ballo I Gladiatori, e poche settimane dopo un altro dramma in versi di Puccitelli, Il Ratto d’Elena.

Morta però la regina nel 1644, per alcuni anni il teatro rimase chiuso. Riaprì con le seconde nozze del re, quelle del 1646 Maria Luisa Gonzaga di Mantova, ancora con un lungo elenco di rappresentazioni di opere italiane. Due anni dopo, però, Ladislao morì e il teatro di corte chiuse nuovamente i battenti e si assistette ad un lento decadimento della musica.

Si riprese grazie alla regina Maria Casimira d’Arquien, moglie di re Giovanni Sobieski e tornarono gli italiani come Giuseppe Lupparini di Firenze, ma fu con Augusto II ed Augusto III che la musica e gli artisti italiani rifulsero ancora in Polonia. Tre volte a settimana si rappresentava al teatro di corte l’opera italiana con la direzione di Andrea Adami e la superba voce di Anna Maria Giusti, cantatrice della regina Maria Giuseppina. Ad Adami subentrò Gerolamo Santapaulina. In quegli anni al teatro di Varsavia furoreggiò Anna Pozzi.

Anche con Stanislao Augusto Poniatowski, ultimo re di Polonia, gli italiani lavorarono a corte, l’orchestra era diretta da Gajetani, da Albertini e arrivarono in Polonia le opere di Paisiello, Cimarosa, Salieri, Viotti, Stefani, Pergolesi.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: Oreste Ferdinando Tencajoli, Musica e Musicisti italiani in Polonia

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