La lapide delle “inique sanzioni”

Le pietre spesso raccontano storie dimenticate.  E’ il caso della lapide delle inique sanzioni a Marigliano.

In data 28 febbraio 1936 giunse a tutti i Comuni del Regno d’Italia una disposizione da parte delle Prefetture che recitava: “Il Gran Consiglio del Fascismo, con sua decisione del 16 novembre u.s. stabilì che sulle case di tutti i comuni del Regno fosse murata una pietra ricordo dell’assedio economico”. Si dispose che le pietre fossero eseguite in marmo bianco di Carrara, dando precise indicazioni anche sul modello, che doveva essere uguale per tutti i Comuni, mentre i formati variavano a seconda dell’importanza della città. Erano indicati anche i relativi costi e alle amministrazioni non restava che deliberare l’acquisto della lapide. Apparvero così sui muri degli edifici comunali italiani targhe recitanti le parole: “8 novembre 1935, XIV. A ricordo dell’assedio/ perchè resti documentata nei secoli/ l’enorme ingiustizia/ consumata contro l’Italia/ alla quale/ tanto deve la civiltà/ di tutti i continenti”.

Ma a quale “assedio” esse facevano riferimento? Pochi ricordano oggi la data richiamata e scoprire il mistero non è semplice. Cosa accadde nel 1935?

L’Italia quell’anno iniziava l’offensiva militare su suolo etiope che l’avrebbe portata alla conquista del Paese africano. Proprio mentre le nostre armate marciavano verso Adua ed Adigrat, la Società delle Nazioni condannava l’azione bellica e votava l’embargo contro l’Italia. Il blocco commerciale iniziava il 18 novembre del 1935 ed impediva la fornitura di armi e munizioni e vietava l’importazione e l’esportazioni di merci in un contesto in cui il mercato internazionale era scosso da crisi monetarie. La cosiddetta “lapide delle inique sanzioni” si riferisce all’embargo di cui fu vittima l’Italia a seguito dell’invasione dell’Etiopia, ma quella data è importante soprattutto perchè indica l’inizio dell’autarchia: l’Italia avrebbe fatto affidamento solo sulla produzione interna in risposta alle sanzioni internazionali.

Per ordini superiori si volle che l’inaugurazione delle targhe avvenisse in contemporanea in tutta la Penisola il 18 novembre. Alla caduta del regime fascista, quasi tutte le lapidi furono rimosse nelle città italiane. Ne resta ancora qualche esemplare, uno di essi a Marigliano in provincia di Napoli. Il 4 luglio 1936, dopo poco più di 7 mesi dalla loro promulgazione, la Società delle Nazioni revocò le sanzioni.

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

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