Maria Salviati, la moglie di Giovanni delle Bande Nere

Maria Romola Salviati (1499–1543) era figlia di Lucrezia, primogenita di Lorenzo de’ Medici, e di Jacopo Salviati: apparteneva quindi al ramo principale della Casata Medici, quello di Cafaggiolo.

Maria entrò molto presto in contatto con quello che sarebbe divenuto il suo futuro sposo: nel 1509, infatti, il piccolo Giovanni venne affidato alle cure della famiglia Salviati dal momento in cui sua madre, Caterina Sforza (figlia illegittima – poi legittimata – del duca Galeazzo Maria Sforza e dell’amante Lucrezia Landrian), fu fatta prigioniera da Cesare Borgia a Roma. Giovanni apparteneva al ramo mediceo dei Popolani.

Nel 1516 Maria sposò Giovanni de’ Medici, il celebre condottiero detto Giovanni dalle Bande Nere (1498-1526), che fin da giovanissimo si era distinto per la sua bravura nell’arte delle armi e per la sua intelligenza come capitano di una compagnia.

Il loro matrimonio fu particolarmente importante perché per loro tramite si riunirono il ramo principale e quello popolano o cadetto della famiglia de’ Medici; per questo motivo il loro figlio Cosimo (1519-1574) venne chiamato a guidare Firenze dopo la scomparsa del Duca Alessandro de’ Medici e l’estinzione del ramo primigenio, dando così vita al ramo granducale della dinastia.

Maria era modesta, paziente, schiva mentre Giovanni era feroce, aspro e non amava la moglie.

Giovanni passò tutti i dieci anni di matrimonio a combattere in varie battaglie in giro per lo Stivale, tanto che viene da chiedersi come abbiano fatto a concepire un figlio. Il nome del bambino, Cosimo, sarà scelto dallo zio di Maria, papa Leone X, per il quale il mercenario Giovanni guerreggiò con le sue Bande Bianche, che divennero Nere dopo la morte del pontefice.

Ferito alla gamba destra da un colpo di falconetto nel corso di un’aspra battaglia con i lanzichenecchi, Giovanni fu divorato dalla gangrena che se lo portò via in un batter d’occhi: era il 30 novembre 1526.

Venne sepolto, tutto armato, nella Chiesa di San Francesco a Mantova: nel 1685 il suo corpo fu traslato e posto nella cripta delle Cappelle Medicee a Firenze, accanto alla moglie.

Maria Salviati si ritrovò vedova a solo ventisette anni e tutti i suoi sforzi si proiettarono verso la legittimazione del ruolo che suo figlio Cosimo era destinato a ricoprire.

Il figlio del re delle Bande Nere e il nipote della Tigre di Forlì prenderà il potere assoluto diventando Granduca di Toscana il 21 agosto 1569, sbaragliando e mettendo a tacere chi tenterà di opporsi.

Maria si spegnerà il 29 dicembre 1543, a 44 anni, annientata dalla sifilide, la malattia che le era stata trasmessa dal marito e che l’aveva accompagnata per molto tempo della vita fino a intensificarsi terribilmente negli ultimi tre anni della sua esistenza.

 

 

 

 

 

Autore articolo: Lucia Rossi

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