Storia del Cristianesimo: Tertulliano dall’Apologeticum al montanismo

Tertulliano, nativo di Cartagine, visse fra il II ed il III secolo d. C. e fu il capostipite della prima generazione di scrittori latini cristiani. Appartenente a quel gruppo di scrittori chiamati apologisti perchè puntavano in primo luogo a difendere il cristianesimo dalle accuse del mondo pagano. Con Minucio Felice, Lattanzio e Cipriano illustrò le linee fondamentali della dottrina e perorò quella fede che ogni giorno usciva più rafforzata dal sangue di quanti avevano avuto il coraggio di professarla.
Tertulliano era retore e avvocato famoso quando si convertì. Mise la su cultura e la sua preparazione professionale al servizio della comunità cristiana dedicandosi ad essa con grande passione. Una delle sue opere più note fu l’Apologeticum, una energica difesa dei cristiani dai pregiudizi e dalle false accuse dei pagani.

In questo testo dispiegò un discorso che attraversva i piani filosofici e culturali fino a toccare l’ambito strettamente giuridico affermando che le condanne inflitte ai seguaci di Cristo erano inique anche in base alle legge romana perchè comminate seguendo procedure illegali a persone ritenute colpevoli di delitti mai provati. “Se proprio noi siamo quei pericolosissimi uomini che si va dicendo perchè siamo trattati diversamente dagli altri delinquenti? Perchè se siamo rei dei medesimi reati il trattamento è diverso? QUando gli altri sono imputati dei capi d’accusa denunciati contro di noi, possono far ricorso alla loro eloquenza e a quella dei loro avvocati per dimostrarsi innocenzi. A loro è concessa facoltà di rispondere e replicare perchè è ben risaputo che non è mai consentito condannare imputati senza difesa. Ai cristiani solamente, invece, viene impedito di parlare per respingere l’accusa, per difendere la veritò, perchè non siano commesse ingiustizie… quando voi procedete contro qualche criminale, non basta che egli abbia confessato la sua pravità di omicida, di sacrilego, di incestuoso, di nemico pubblico (per registrare soltanto capi d’accusa lanciati contro di noi), perchè procediate senz’altro alla sentenza. Voi, infatti, vi preoccupate di conoscere le circostanze e le qualità del fatto, il numero, il luogo, il modo, il tempo, i testimoni, i complici del delitto. Quando si tratta di noi, nulla di simile: eppure sarebbe altrettanto necessario strappare con la tortura la confessione delle false imputazioni; sarebbe necessario sapere dall’imputato di quante carni d’infanti avesse gustato, quanti incessi avesse perpetrato nell’ombra, quali cuochi e quali cani avessero assistito alle orge infami… E invece noi abbiamo trovato che è stata perfino proibita l’inchiesta a nostro riguardo”.

L’Apologeticum è una requisitoria serrata in favore della legalità, della tolleranza e della libertà religiosa: “Si conceda dunque all’uno di adorare Dio mentre altri adora Giove. Che altri tenda le sue mani supplici al cielo, l’altro le innalzi verso l’ara della Fiducia. Altri, se voi credete che sia così, vada, quando prega, contando le nuvole del cielo, altra vada contando invece i pannelli del soffitto. Altri consacri la sua anima a Dio. Altri vi immoli un caprone. Pensate bene se già non sia imputazione valida di irreligiosità, sopprimere la liberà religiosa, impedire l’opzione nel mondo delle realtà sacre, contendendomisi il diritto di adorare chi voglio per costringermi ad adorare quello che non voglio. C’è forse qualcuno anche fra gli uomini che si adatti ad essere venerato da chi è riluttante?”.

Da romano, Tertulliano procedette in modo molto più pratico degli altri apologisti, perlopiù greci. Come avvocato era molt oesperto di tutte le pieghe della proceduta giuridica seguita dai tribunali e, col suo temperamento combattivo, poté denunciare come il problema vero era che si condannava il nome stesso di cristiani, non un delitto: “Dato dunque che i ntutto voi ci trattate in maniera diversa da quella che adperate con tutti gli altri criminali, mirando soltanto a farci uscire dall’ambito di questo nome è evidente che non si tratta qui di un crimine, ma di un nome, un nome perseguito da una corrente di odio, la quale vuole soprattutto impedire che gli uomini conoscano convenientemente quel che essi sanno perentoriamente di non sapere. Se si credono di noi cose che non sono provate e intorn oa cui ci si rifiuta di istituire una conveniente inchiesta, ciò accade solo perchè non si dimostrino insussistenti quelle stesse accuse di pravità, che si preferisce credere senza prove… In verità la lotta è soltato contro un nome. E di fatto, quando voi leggete sulla tavoletta dell’imputazione, che cosa mai leggete? Cristiano! E allora, perchè non lo imputate di omicidio, se il cristiano è per conseguenza omicida? Perchè non lo dite pure incestuoso e non gli attribuite tutte le altre imputazioni che voi sottintendete nel nome di cristiano?”. Tutti gli attacchi, i sospetti e le accuse portate contro i cristiani si ritorcono così contro l’accusa a dimostrazione dell’inquità del paganesimo.

Il grande servigio reso alla chiesa da Tertulliano però fu offuscato dalla sua adesione al montanismo. Responsabile di certe opinioni rigoristiche della pastorale, Tertulliano entrò in urto con papa Callisto rifiutando la possibilità di un ritorno alla chiesa dei fornicatori condizionato a un sincero pentimento. Montano e i suoi seguaci, invece, provavano ribrezzo per le assemblee di preghiera dei cristiani che manifestavano la confusione ed il disordine del mondo. Fu sostenitore di un rigorismo morale che condannava ogni mondanità e diletto terreno come un’insidia diabolica. Aspettava entusiasticamente la venuta del Signore, la predisse nella Frigia, intorno al 150 d.C., e incitò i cristiani ad abbandonare tutto per accogliere la nuova epoca. Montano rappresentò il tentativo di negare lo sviluppo storico del regno di Dio sulla terra. L’accettazione della sua profezia avrebbe significato un estremistico abbandono del mondo da parte dei cristiani. Fu scomunicato e con lui anche Tertulliano.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Fonte foto: dalla rete

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