La villa di Plinio
I ricchi romani disponevano di abituazioni ben diverse da quelle delle insulae. Case lussuose e spaziose in città, ma anche ville in provincia, presso località amene di mare o campagna. Plinio il Giovane, in una epistola inviata all’amico Domiziano Apollinare, descrive proprio una di queste ville della Toscana del I secolo d.C., individuata in località Campo Santa Fiora, presso Pitigliano, dove scavi hanno fatto rinvenire marmi, mosaici e mattoni col bollo Caii Plinii Caecilii Secundi. Il nostro non ama l’ostentazione di tanta ricchezza, privilegia semplicità e comodità, ama la natura circostante di questa villa enorme e immersa i nun paesaggio incantevole, poi si sofferma sul rito del bagno che esigeva locali costruiti razionalmente.
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…All’altro capo della loggia, corrisponde simmetricamente alla sala da pranzo una spaziosissima camera da letto; con una fila di finestre essa guarda la terrazza sottostante, con l’altra il prato, ma prima la piscina, la quale, distesa sotto le finestre a loro abbellimento, offre un gorgoglio ed uno spettacolo attraenti: infatti l’acqua, cadendo dall’alto, quando viene raccolta nella vasca marmorea biancheggia di schiuma. La stanza di ci parliamo d’inverno conserva un confortevolissimo tepore poiché è invasa in pieno dal sole.
Le è connessa l’hypocauston che, se il giorno è nuvoloso, fornendo il suo soffio caldo, sostituisce il sole. Viene poi il vasto e ridente spogliatoio del bagno, da cui passa nella stanza per il bagno freddo, dove c’è una vasca ampia e ombreggiata. Quando si preferisce nuotare in un ambito più largo ed in un’acqua più tiepida, c’è una piscina nel cortile e subito lì vicino un pozzo da cui si può attingere, per rinfrescarsi quando non si ha più voglia della temperatura tiepida.
Alla stanza per il bagno freddo è congiunta quella per il bagno di media gradazione, che è in posizione favorevolissima per ricevere il sole; ed in posizione ancora più favorevole è la stanza per il bagno caldo, dato che sporge all’infuori. In essa vi sono tre tinozze scavate nel pavimento, delle quali due sono esposte al sole, la terza è più lontana dal campo del sole, ma non da quello della luce.
Sopra lo spogliatoio si stende la sala per il gioco della palla, la quale offre lo spazio sufficiente a parecchi tipi di allenamenti ed a parecchie squadre di giocatori.
Non lontano dal bagno si trova una scala che conduce alla galleria vetrata, ma prima serve tre stanze; di queste una sovrasta il cortiletto dei quattro platani, un’altra il prato e la terza delle vigne ed ha la vista aperta sugli opposti punti cardinali.
Al termine della galleria vetrata è collocata uan camera da letto ricavata dal corpo stesso della galleria e prospiciente sul maneggo, sulle vigne e sui monti. Adiacente c’è un’altra camera da letto, rivolta al sole, soprattutto d’inverno. Di lì si diparte una manica che collega il maneggio alla villa. Così si presenta e a questi usi serve la parte frontale di tutto il complesso.
Su di un fianco si protrae una galleria vetrata, opportuna per l’estate: si erge su di un rialto e non sembra tanto guardare le vigne quanto toccarle; al centro è costruita una sala da pranzo la quale riceve le brezze ossigenate che spirano dalle valli dell’Appennino; dal lato posteriore, attraverso ampi finestroni, sembra quasi lasciar entar dentro le vigne e la stessa cosa capita attraverso i battenti, tramite però la galleria vetrata.
Sul lato della sala da pranzo che è privo di finestre giunge una scala destinata a introdurre, per un passaggio riservato, le portate durante i banchetti ufficiali. Alla fine della galleria c’è una camera da letto, alla quale la galleria stessa non presenta un colpo d’occhio meno piacevole di quello offerto dalle vigne. Al di sotto è situata un’altra galleria in buona parte interrata: durante l’estate racchiude un fresco tale che l’ambiente risulta rigido e, paga dell’aria che ha, non sente il bisogno e non lascia entrare nessun alito di vento.
Dopo le due gallerie, dove finisce la sala da pranzo, incomincia una loggia, in cui prima di mezzogiorno si sta bene d’inverno e verso il tramonto d’estate. Essa dà adito a due alloggi, uno di quattro camere, e l’altro di te, che, a seconda dell’orbita solare, sono ora al sole ed ora all’ombra.