Quando il Piemonte fece parte della Francia
Anche se oggi non se ne parla molto, non bisogna dimenticare che il Piemonte fece parte della Francia dal 1798 al 1814, e questo provocò delle conseguenze profondissime.
Dapprima, nel dicembre 1798, esso fu conquistato dall’ “Armée d’Italie”, guidata dal giovane generale Napoleone Bonaparte. I francesi dovettero abbandonare il Piemonte nel giugno 1799, incalzati dall’armata austro-russa del generale Aleksandr Vasil’evič Suvorov, ma lo ripresero qualche mese dopo, il 16 giugno 1800. Poiché il territorio dello Stato francese, in tempo di guerra, era amministrato dai militari e suddiviso in 20 “Divisions Militaires”, ciascuna al comando di un generale, il Piemonte (pur non essendo ancora stato annesso) venne identificato fin dall’inizio come “27 ème Division Militaire Française” e poi, l’11 settembre 1802, venne annesso in via definitiva, incorporandolo nel territorio metropolitano francese, con il nome di “Départements-au-delà-des-Alpes”. In quanto territorio metropolitano francese, esso fu suddiviso in sei dipartimenti.
S’impose quindi una nuova edizione aggiornata della “Géographie de la France“, pubblicazione curata dallo scienziato, economista e agronomo Pierre Louis Du Couëdic de Villeneuve fin dal 1792.
La Francia era cambiata: era importante che gli amministratori pubblici imparassero a conoscere «le Piémont, un pays des plus fertiles, des plus agréables, et des plus peuplés d’Italie» le cui montagne erano ricche di miniere d’oro, d’argento, di rame e di ferro, i cui fiumi erano molto pescosi, e le cui foreste erano abbondanti di selvaggina..
Questo nuovo territorio «rattaché à la France» era ora suddiviso in sei dipartimenti: il Dipartimento dell’Eridano (Département du Pô), con capoluogo Torino; il Dipartimento della Doria (Département de la Doire), con capoluogo Ivrea; il Dipartimento di Marengo, con capoluogo Alessandria; il Dipartimento della Sessia (Département de la Sésia), con capoluogo Vercelli; il Dipartimento della Stura, con capoluogo Cuneo, e il Dipartimento del Tanaro, con capoluogo Asti.
I dipartimenti erano divisi in “arrondissements” (circondari), e questi, a loro volta, suddivisi in Cantoni. Dal testo, apprendiamo che il “Piémont” non corrispondeva del tutto con ciò che oggi definiamo “Piemonte”: non comprendeva, per esempio, gran parte del Monferrato, e non comprendeva il novarese, attribuiti al Regno d’Italia.
E Torino? Essa senza alcun dubbio piacque molto a Pierre Louis Du Couëdic de Villeneuve, perchè la descriveva come «bien peuplée, forte, très-belle et très-florissante, dans une charmante situation, au confluent de la Doria-Riparia avec le Po, au pied des montagnes, dans une plaine très fertile (…) Elle l’emporte sur presque toutes les villes d’Italie par la beauté de ses rues et de ses édifices, et par le commodités et les agréments de la vie». Ossia, senza paura di esagerare (e non si stupiscano i torinesi di oggi): “Supera quasi tutte le città d’Italia per la bellezza delle sue strade ed edifici, e per le comodità e i piaceri della vita”.
Autore articolo: Paolo Benevelli