Il duello di Alarcon
Il 12 marzo 1870 il duca di Montpensier uccise in duello suo cugino Enrico di Borbone.
Enrico era nato il 17 aprile del 1823 ed era fratello di Francesco d’Assisi di Borbone, re consorte, marito di Isabella II. Maturato nella marina di Spagna, divenne vice ammiraglio, ma iniziò a frequentare ambienti sediziosi ed, infine, accusato di aver partecipato a una rivolta contro la monarchia in Galizia, poco prima delle nozze di suo fratello, fu degradato e mandato in esilio. Visse in Francia – con sua moglie Elena di Castellvi, sposata in segreto a Roma contro il volere dei sovrani – ed aderì all’Internazionale socialista. Per questo era stato immediatamente spogliato dei suoi titoli. Più tardi si riconciliò con Isabella e recuperò il suo titolo ducale, non quello di infante di Spagna, ma le cose tornarono a incrinarsi quando Enrico manifestò ancora le sue idee comuniste. Espulso dalla Francia, la rivoluzione del 1868 lo trovò a Londra e da qui riprese la sua attività politica firmando diversi scritti contro l’ex sovrana, ormai deposta, contro il generale Prim e pure contro Antonio d’Orleans, duca di Montpensier. Enrico di Borbone così riuscì ad ottenere l’attenzione dei settori più radicali del mondo repubblicano spagnolo che inserirono il suo nome nella possibile lista di candidati al trono.
Quando Enrico lasciò l’Inghilterra e riuscì tornare in patria, il duca di Montpensier non tardò a chiedere vendetta per le offese ricevute negli scritti.
Pretendente alla corona, il duca era nato il 31 luglio del 1824, quinto figlio di re Luigi Filippo di Francia. Aveva fatto parte della spedizione contro Biskara e s’era guadagnato la Legion d’Onore nella campagna dei Ziban. Sposò a Madrid l’infanta Maria Luisa, figlia di re Ferdinando VII e dunque sorella di Isabella II, il giorno stesso in cui la regina sposava Francesco d’Assisi. Il doppio matrimonio fu celebrato a Madrid alla fine del 1846. Antonio e sua moglie si stabilirono a Parigi, ma la situazione in Francia era complicata. La rivoluzione di febbraio del 1848, infatti, costrinse i due all’esilio. Dopo un breve soggiorno a Londra, si fermò in Spagnae fu nominato capitano generale. Aveva però ben altre mire e si mise a osteggiare la politica della regina al punto tale che la sua presenza a Madrid divenne scomoda. Contro Isabella mosse anche un’aspra causa per l’eredita della moglie, questione che aprì una profonda discordia familiare. Dovette abbandonare la capitale e si spostò a Siviglia dove visse al Palazzo di San Telmo, attuale sede della presidenza del governo andaluso. Questo fu il centro dell’opposizione ad Isabella. Si tennero quì continue riunioni di politici e militari che trovavano nel Montpensier un punto di riferimento. Alla fine la cospirazione esplose nella rivoluzione di Prim che Antonio d’Orleans sostenne finanziariamente. Però, nel voto fatto dalle Cortes nel novembre 1870 per l’elezione del re, l’Orleans ottenne solo una manciata di voti, 27 appena, contro i 191 raggiunti da Amedeo di Savoia, sostenuto da Prim. La sconfitta non fermò la sua ambizione e il duca continuò nei suoi intrighi e pianificò l’attentato che costò la vita al generale pensando così che Amedeo avrebbe rinunciato alla corona aprendogli la strada al trono. Le cose non andarono esattamente così perchè quando Amedeo di Savoia rinunciò ai suoi diritti, fu proclamata la repubblica.
Si tenne ad Alarcon con l’uso della pistola. I due giunsero alla scuola di tiro a segno di Dehesa de Carabanchel, vestiti con soprabito nero. I padrini concordarono le condizioni della sfida e si stabilì che i duellanti avrebbero sparato alternativamente. Il Montpensier fu poi autorizzato ad indossare gli occhiali, poichè aveva difetti alla vista. Gli sfidanti tirarono tre volte, la prima a dieci metri di distanza. Il duca sparò per primo e mancò il bersaglio. Così anche Enrico, ma a differenza di altri duelli considerati a quel punto risolti, era stato stabilito che si sarebbe continuato a sparare fino a quando non fosse fuoriuscito del sangue dal corpo di uno dei duellanti. Si sparò una seconda volta, a nove metri di distanza, la terza ad otto. Il principe Enrico fu colpito alla fronte e morì all’istante. Quattro giorni dopo si tennero i funerali civili. Il diritto canonico colpiva di scomunica i duellanti ed escluse il morto dai suffraggi religiosi.
Omicida del proprio cognato, il Montpensier si rese conto troppo tardi che quel duello rappresentava per lui una disgrazia politica. Aveva versato sangue reale spagnolo in terra spagnola e questo lo avrebbe privato di tutte le possibilità di regnare sugli spagnoli. Fu posto agli arresti nella sua casa e processato.
Alcuni anni dopo, la brama di potere di Montpensier trovò una nuova strada quando il figlio di Isabella II, Alfonso XII, salì al trono. Invaghitosi perdutamente di Maria de las Mercedes d’Orleans, figlia del duca, Alfonso la sposò nel 1878. Dalla sua nuova posizione di suocero al re, cercò di influenzare i vertici della politica spagnola, ma tutto svanì trgicamente con la morte di María de las Mercedes pochi mesi dopo il matrimonio. La giovane però ottenne lo scopo di far riavvicinare i due rami ostili della stessa famiglia.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Bibliografia: AA.VV, “Miscelánea de Episodios Contemporáneos. Páginas de mi archivo y apuntes para mis “memorias