La triste sorte di Leonora Dori Galigai
Il 7 luglio del 1617 Eleonora Dori Galigai fu decapitata con l’accusa di giudaismo e di sortilegio. Il suo cadavere venne poi bruciato a Greve per ordine del Parlamento di Parigi.
Leonora era figlia di Jacobo di Sebastiano Dori, discendeva in linea femminilefai Galigai di Firenze; aveva due fratelli, Andrea e Sebastiano, che, grazie all’ascesa della sorella alla corte francese, divenne arcivescovo di Tours e abate di Marmoutier, e una sorella, Cassandra. Leonora sarebbe infatti stata dama di compagnia di Maria de’ Medici…
La sua fortuna mutò quando sua madre fu scelta come nutrice di Maria de’ Medici. Conobbe allora la piccola principessa toscana e ne divenne amica. Nel 1588 il granduca Ferdinando la nominò cameriera personale di Maria e da allora, per quasi trent’anni, restò accanto alla donna, ne divenne intima amica e confidente e, al momento della sua partenza per Parigi dove avrebbe preso in sposo il re Enrico IV, Leonora fu inserita nel suo seguito come dama di compagnia e guardarobiera.
Non poteva immaginarlo, ma sarebbe divenuta un’influente personaggio della corte francese nei primi anni del XVII secolo. Si scrisse, infatti, che raggiunse così tanta influenza sulla regina-amica che poteva vedersi accontentata in ogni suo capriccio ed anzi, a quanto pare, riuscì effettivamente più d’una volta a convincere Maria a premiare la propria famiglia.
Nel 1601, Leonora aveva sposato Concino Concini, di antica nobiltà aretina e i cui antenati erano stati nominati Principi del Sacro Romano Impero dall’Imperatore Federico I, il Barbarossa, nonno di Federico II. Anche Concino era finito con Maria in Francia e, morto Enrico, la moglie, approfittando della sua influenza sulla regina – ora reggente per conto di Luigi XIII – riuscì a farlo innalzare sino al rango di maresciallo d’Ancre. Nello stesso tempo, la coppia Concini-Galigai accumulava un ingente patrimonio con la vendita di cariche ed onorificenze e favoriva in tutti i modi i toscani presenti a corte a svantaggio della nobiltà francese.
La situazione non poteva che generare malcontento e invidie e senza che Leonora, se ne accorgesse, andava addensandosi su di lei una cupa tempesta che sarebbe esplosa nel sangue. Concino fu assassinato il 24 aprile 1617, vittima di una congiura di corte patrocinata da Luigi XIII, ed il suo cadavere fu appeso alla forca. Toccò poi a Leonora pagare l’insofferenza dei nobili francesi. La sua casa fu saccheggiata, lei arrestata e condotta alla Bastiglia poi messa dinanzi ad una commissione straordinaria.
Su di lei pendeva un’accusa gravissima, quella di stregoneria e giudaismo. Non poté nemmeno sperare nel soccorso della illustre amica d’infanzia perchè Maria de’ Medici era stata a sua volta esautorata dal figlio e confinata nel castello di Blois.
Senza appello fu condannata alla pena capitale al termine di un rapido processo. Le prove del suo crimine furono le lettere scritte dal suo segretario ad un medico ebreo, nominato Montallo. Bastò ciò per far passare la sua influenza a corte come il risultato di filtri e sortilegi.
Eleonora al pronunziare del giudizio, abbassò la testa e volle da prima nascondersi nelle sue cuffie; ma venne costretta ad udire a faccia scoperta i giudici che la condannavano. Fu decapitata a Parigi e il suo cadavere fu bruciato sul rogo, il successivo 8 luglio in Place de Grève.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Bibliografia: M. L. Mariotti Masi, Maria de’ Medici