Riccardo Cuor di Leone, re di Cipro
Cipro venne conquistata nel 1191 dal re Riccardo I d’Inghilterra, durante la Terza Crociata, strappandola a Isacco Comneno, un governatore locale che si era auto-proclamato imperatore dell’isola nel 1184.
Il primo obiettivo dei re cristiani nella Terza crociata fu quello di impiantare una base di operazioni sulla costa della Palestina, e così si puntò su San Giovanni d’Acri.
L’Assedio d’Acri, uno dei grandi assedi della storia, era stato iniziato nel 1189 da Guido di Lusignano che, catturato da Saladino nella Battaglia di Hattin e poi rilasciato, aveva immediatamente tradito la parola data e ripreso la guerra. I soldati germanici raggiunsero via terra Acri, mentre Filippo, re di Francia, e Riccardo Cuor di Leone, vi arrivarono via mare, nel 1191, salpati dalla Sicilia. Mentre il primo si accingeva a salpare però, la flotta di Riccardo fu dispersa da una tempesta e dovette fermarsi a Creta e Rodi. Tre delle sue navi furono condotte sulle rive di Cipro, nel porto di Limassol, dove il re, Isacco Comneno, ne aveva preso il tesoro e fatto prigioniero gli equipaggi.
Un’altra nave inglese aveva poi raggiunto il porto cipriota con a bordo Giovanna, la regina vedova di Sicilia, sorella di Riccardo, e la sua promessa sposa, Berengaria di Navarra. Isacco tentò con lusinghe e poi con minacce di indurre le principesse a sbarcare per tenerle prigioniere, ma quando Riccardo, sopraggiunto col resto del suo esercito, seppe della prigionia in cui erano tenuti i suoi uomini, del furto del tesoro e degli insulti proferiti contro sua sorella e la sua promessa sposa, mosse guerra.
Ovviamente la sua decisione non rispondeva solo alle logiche di un onore infangato. Riccardo pensava che l’isola di Cipro offrisse una base conveniente per le operazioni in Palestina ed una fonte di uomini, tesori e legname per la prosecuzione della campagna.
La sua vittoria fu rapida, i ciprioti erano del resto mal equipaggiati e non potevano competere con gli arcieri inglesi e la cavalleria pesante. Isacco dovette fuggire e ritirarsi con la restante parte della sua armata sulle colline a cinque miglia da Limassol. Prima dell’alba un nuovo attacco di Riccardo fece strage di quanto restava di quel esercito mentre Isacco riuscì a fuggire.
Il giorno dopo molti dei nobili ciprioti incontrarono il re d’Inghilterra e gli giurarono fedeltà. Tre giorni dopo, Guido di Lusignano, re di Gerusalemme, e molti dei suoi conti vennero a incontrare Riccardo a Cipro e giurarono fedeltà a lui.
Isacco, vedendo che il suo popolo lo stava abbandonando, mandò un’ambasciata all’Inglese offrendogli 20.000 marchi d’oro per partecipare con 500 uomini alla Crociata e ottenere il perdono per le scusse arrecate alle due donne. Accettate queste condizioni, Isacco venne a Limassol e giurò solenne fedeltà al re d’Inghilterra, ma la stessa notte, temendo il tradimento, scappò. Riccardo quindi, stanco di questi giochi, inviò Guido di Lusignano con l’ordine di perseguire e catturare Isacco, mentre egli stesso navigò intorno all’isola conquistando tutte le città e i porti della costa. Isacco riuscì a riparare nella fortezza di Kantara.
Il 12 maggio 1191, Riccardo Cuor di Leone sposò Berengaria, figlia primogenita del re Sancho VI di Navarra, e nello stesso giorno Berengaria fu incoronata regina d’Inghilterra da Giovanni, vescovo di Évreux, nella Cappella di San Giorgio alla presenza di Giovanna, sorella di Riccardo. La cerimonia si tenne in pompa magna e grande splendore, accompagnata da molte feste, divertimenti, parate e feste pubbliche organizzate per commemorare l’evento. Concluse le cerimonie, saputo che la figlia di Isacco si era rifugiata a Kyrenia, Riccardo si precipitò da lei a chiederle sottomissione, la ottenne e la fanciulla fu affidata a Berengaria.
Isacco, che era fuggito sulla penisola di Karpas nella speranza di imbarcarsi, fu finalmente fatto prigioniero nell’Abbazia di Capo Sant’Andrea nel punto orientale dell’isola, legato in catene di argento e imprigionato nel Castello di Margat in Siria, dove morì poco dopo in cattività.
Riccardo salpò dunque per Acri, accompagnato dal Re di Gerusalemme, dal Principe di Antiochia, dal Conte di Tripoli e dai nobili che lo avevano raggiunto a Cipro. Le guarnigioni furono collocate nelle città e nei castelli di Cipro, e l’isola fu affidata a Riccardo di Camville e Roberto di Turnham.
I ciprioti, alla partenza del re, cominciarono a rendersi conto che la loro antica libertà era in pericolo e decise di tentare di riconquistare la loro indipendenza. Proclamarono imperatore di Cipro un monaco che si diceva fosse un parente di Isacco Comneno, ma Roberto di Turnahm riuscì a bloccarli. La rivolta però fece capire a Riccardo che era troppo dispendioso impegnarsi in una crociata e contemporaneamente mantenere il controllo di Cipro. Così vendette l’isola ai Templari che a loro volta la restituirono a Riccardo, impossibilitati dal contenere le rivolte interne. L’isola finì a Guido di Lusignano, ormai ex-re di Gerusalemme, e rimase sotto la casa di Lusignano fino al 1489, quando passò ai veneziani.
Cipro rimase una roccaforte cristiana fino al 1571.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Bibliografia: R. Romano, Riccardo cuor di leone: La maschera e il volto; S. Runciman, Storia delle Crociate