Lo sciopero dei preti di Ravenna del 679 d.C.
Nel 679 d.C. era arcivescovo di Ravenna, il bizantino Teodoro che s’era inimicato il clero diminuendone le entrate ed annullandone certi privilegi. Contro di lui, i preti organizzarono un vero e proprio sciopero astenendosi dai sacri uffici alla Vigilia di Natale di quell’anno, radunandosi nella Basilica di Classe. Ebbero successo perché riottennero rendite e dignità. Il singolare episodio è così descritto dal Muratori.
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La mattina per tempo, mandò l’arcivescovo ad invitare il clero perchè intervenisse alla Cappella che si dovea tenere nella gran festa. Nessuno se ne trovò
Udito che s’eran ritirati a Classe, nella basilica di S. Apollinare, spedì colà dei Nobili per placarli e ricondurli. Proruppe il clero in lamenti e lagrime, e stette saldo nel suo proposito.
Disperato l’arcivescovo per questo scabroso avvenimento, ricorse a Teodoro…, esarca, pregandolo d’interporsi per la pace. Mandò egli a Classe, a tale effetto, alcuni de’ suoi ufficiali; ma inutilmente vi andarono. Il clero, più risoluto che mai, lasciò intendere che se, fino a nona, Santo Apollinare non provvedeva, volevan ricorrere a Roma.
Portata questa nuova all’arcivescovo Teodoro, tanto più crebbe la sua paura e, quasi buttàtosi ai piedi dell’esarca, lo Scongiurò di Voler egli in persona andare a Classe, per ammansare il clero e ridurlo alla città. Fece tosto l’esarca insellare i cavalli e, ito a Classe, con sì buone parole e promesse di correggere gli abusi loro parlò, che gl’indusse a ritornare a Ravenna, dove si cantò la Messa e il Vespro.
Nel giorno seguente…, tanto si adoperò che… l’arcivescovo rilasciò al suo clero tutte le rendite, onori e dignità loro spettanti sino da tempi antichi: e si stabilirono Varii Capitoli di concordia…