Memorie della Grande Guerra: Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta
La figura di Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta, è intimamente legata al nome della III Armata che nella Prima Guerra Mondiale resistette al nemico, lo respinse e lo batté sancendo la vittoria e guadagnandosi il titolo di “invitta”.
Contò tra i suoi caduti Corridoni, Toti, Randaccio; ebbe tra i suoi feriti D’Annunzio e Mussolini; le undici battaglie dell’Isonzo, la presa di Gorizia, lo sfondamento di Doberdò e dell’Hermada, la resistenza sul Piave ed il riscatto finale ebbero sempre nel binomio Duca d’Aosta e Terza Armata un esempio di inflessibile azione che oltrepassa tutte le retoriche.
Emanuele Filiberto di Savoia animò sempre i suoi, sino all’estremo sacrificio ponendosi come modello instancabile.
Cugino di Vittorio Emanuele III, era nato a Genova il 13 gennaio del 1869 ed era stato per due anni principe ereditario di Spagna, poi suo padre Amedeo aveva abdicato. Rimasto presto orfano, e in astio con la matrigna e zia Letizia Bonaparte, venne allevato dalle istitutrici e affidato a un precettore perchè provvedesse ad avviarlo alla carriera militare. Gli piacque e la percorse in fretta sino ai massimi livelli: nel 1884 entrò nell’Accademia di Artiglieria e Genio, tre anni dopo era Sottotenente di Artiglieria, l’anno seguente era Tenente del 5° Reggimento Artiglieria, nel 1890 era capitano, nel 1891 era Maggiore del 19° Reggimento Artiglieria di stanza a Firenze, nel 1893 Tenente Colonnello, nel 1894 Colonello Comandante del 5° Reggimento Artiglieria di stanza a Venaria Reale.
Il 25 giugno 1895, a Londra, dopo un fidanzamento lampo e contrastato, sposò Helene di Francia dei Borbone – Orleans. Dalla loro unione nacquero Amedeo ed Aimone, terzo e quarto Duca d’Aosta, ma le vicende familiari non distolsero Emanuele Filiberto di Savoia dalla carriera militare: nel 1897, a soli 28 anni, era generale al comando della Divisione Militare di Torino e nel 1902 era Maggiore Generale; nel 1905 divenne Generale di Corpo d’Armata e venne assegnato al 10° Reggimento con sede a Napoli, cinque anni dopo era Generale designato d’Armata.
Il 23 maggio del 1915, il giorno che precedette l’entrata in guerra dell’Italia, il Generale Luigi Zuccari, Comandante della III Armata, fu esonerato da Cadorna. Al suo posto venne nominato il Duca d’Aosta. Al termine della guerra era Generale dell’Esercito, nel 1926 era Maresciallo d’Italia.
Al fronte, giocò un importantissimo ruolo, ispezionava le prime linee, partecipava alle discussioni sui piani di battaglia con gli altri generali, fu amatissimo dai suoi soldati. Lo aiutò l’attivismo di sua moglie, ispettrice della Croce Rossa, continuamente a contatto coi soldati, e quello dei suoi figli, Amedeo, duca delle Puglie, partito volontario a diciassette anni, e Aimone, arruolato quindicenne in marina. Dal disastro di Caporetto uscì dignitosamente. La Terza Armata non si sfasciò, si ritirò senza gravi perdite e poi costituì il nerbo vittorioso della resistenza sul Piave.
Sostenne D’Annunzio e l’impresa di Fiume, spalleggiò la marcia su Roma e fu sempre vicinio a Mussolini, nei cui progetti vedeva l’animo dei reduci di guerra e i sogni del nazionalismo.
Si spense a Torino il 4 luglio 1931, appena sessantaduenne, a causa di una polmonite. Nel testamento chiese di essere sepolto nel Sacrario di Redipuglia accanto ai suoi soldati ed è qui che oggi riposa: “La mia tomba sia nel Cimitero di Redipuglia in mezzo agli Eroi della Terza Armata. Sarò, con essi, vigilie e sicura scolta alle frontiere d’Italia, al cospetto di quel Carso che vide epiche gesta ed innumerevoli sacrifici, vicino a quel mare che accolse le salme dei marinai d’Italia”. Fra le trentamila salme c’è anche la sua.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Bibliografia: S. Bertoldi, Aosta, gli altri Savoia